“EI SIGNORON” chiede aiuto

Nel lontano 2004, nella puntata di Natale del mio programma “Storie di Lombardia”, avevo parlato di un monumento poco conosciuto della nostra città, sebbene fosse lì da molto tempo, a dare il benvenuto a coloro che entravano da Milano Est.

Ne avevo tratto un quadro desolante, il gigantesco monumento rappresentante Nostro Signore, era là grigio, vecchio e sporco: El Signoron (come veniva chiamato dai milanesi) appariva, tra le impalcature di una casa fatiscente,  all’inizio di via S. Dionigi, con poche probabilità, stando alle tante dichiarazioni degli abitanti della zona, di essere restaurato. 
La mano destra de El Signoron, un tempo benedicente, era ridotta ormai ad un moncone, per un incidente dovuto alla caduta di un palo della luce che alcuni operai dell’Enel stavano installando nei pressi. 
Secondo testimonianze, la mano della statua sarebbe stata raccolta da un vigile, che seguiva i lavori, e portata in un magazzino comunale; da allora se ne sono perse le tracce!
Nel corso della mia trasmissione, avevo invitato i  telespettatori ad inviare lettere al Consiglio di zona 4 da cui la via dipende. 
L’invito era stato accolto dai cittadini, ma dalle Istituzioni non era arrivata nessuna risposta.
Stando alle dichiarazioni delle persone intervistate in zona, l’edificio sarebbe stato acquistato da una cooperativa di egiziani che volevano ristrutturarlo ma, al momento i lavori erano fermi per difficoltà burocratiche ed economiche.
Quando dopo anni, informato dell’avvenuto restauro della statua, ero andato subito sul posto, fiducioso di vedere El Signoron rimesso a nuovo, pronto ad accogliere benedicente chi entrava o usciva da Milano Est, provai una forte delusione! 
L’edificio, questo sì, non aveva più impalcature pericolanti ed era stato dipinto di un giallo che avrebbe dovuto ricordare il famoso “giallo lombardo”; ma il magone era grande nel vedere El Signoron tutto giallo come la casa, tranne il volto, la mano sinistra che regge la croce e il moncone della mano destra mancante, che erano stati dipinti di marrone scuro!
Da chi e con quale consenso è stato commesso questo obbrobrio?
E la mano benedicente dov’è? 
È possibile che nessuno si preoccupi di cercarla? Mah! 
Se l’impegno di restituire decoro alla statua de El Signoron è questo... lo preferivo grigio poroso e sporco come era, ma “vero” nel ricordo della gente del quartiere. 
Andate a vedere El Signoron, mi darete ragione! 
Per raggiungerlo, partite da corso Lodi, girate a destra in viale Brenta per piazzale Bonomelli, qui svoltate a sinistra per viale Romilli e proseguite dritto fino a piazza Angilberto, attraversata questa, inizia via San Dionigi, percorretela per cento metri e a sinistra troverete la casa “giallo lombardo” con El Signoron. 
L’attuale via San Dionigi, fino al 1926 era chiamata strada comunale per Bettolina, poi nel 1932 si chiamò via Bettolina. 
Allora, era il tratto esterno della strada verso Chiaravalle che si congiungeva alla strada comunale per Sorigherio (comune di San Donato Milanese), e da lì, a est verso il lodigiano. 
El Signoron, stando alle testimonianze di chi andava al Porto di Mare a bagnarsi, già sessanta anni fa, era lì, benedicente coloro che entravano e uscivano da Milano; infatti, essendo molto alto, si vedeva da lontano e i contadini che ogni mattina arrivavano in città con la verdura fresca da portare al mercato di viale Umbria, non mancavano di farsi il segno della croce: era la loro Perdonanza per iniziare bene la giornata!
Ezio Soffientini, il bravo pittore milanese che nel 2004 a El Signoron ha dedicato la copertina del calendario degli ex Martinitt, mi ha raccontato un simpatico aneddoto: le tre dita alzate della mano destra (ora mancante), oltre che benedire, ricordavano ai milanesi che l’affitto di casa andava pagato ogni tre mesi!
La statua de El Signoron, a detta dell’esperto Riccardo Lupi, è realizzata in graniglia, che è la denominazione generica di varie tipologie di sassi provenienti dalla zona del fiume Ticino. Pietre frantumate che venivano amalgamate con sabbia e polveri cementifere colate in una forma pre-sagomata. 
Dopo questo trattamento la statua assumeva un bel colore grigio. Erano lavori fatti probabilmente verso la fine del 1700, inizi 1800, (se ne trovano ancora oggi in molte ville patrizie come  ornamento nei famosi giardini all’italiana) e sarebbe bastato dare una ripulita alla statua e soprattutto ritrovare e rimettere al suo posto la mano mancante! 
Personalmente, suggerirei di spostare la statua, onde darle maggior visibilità, al centro dei giardinetti di piazza Angilberto, pochi metri più in là rispetto al luogo in cui attualmente si trova. 
A questo punto, mi faccio ambasciatore delle istanze di molte persone del quartiere da me intervistate: “Assessori preposti non preoccupatevi soltanto del centro cittadino, anche la periferia attende un vostro intervento. 
Fate tornare la statua al suo colore originale con le tre dita della mano destra al loro posto, così El Signoron potrà tornare a benedire coloro che entrano in città dal lato Est e... magari, in segno di ringraziamento, estenderà la benedizione anche su Palazzo Marino!”
Roberto Marelli
Invito i lettori a scrivere o 
mandare e-mail al Consiglio di zona 4.
Fotografie - Archivio Lupi.

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