Gattino nel motore salvo grazie a intervento degli operatori di ENPA Milano
- 23 novembre 2017 Cronaca
Alcuni passanti dopo aver sentito il miagolio di un gatto provenire dal vano motore di un’auto in sosta in Corso di Porta Romana all’altezza del civico 128, hanno subito chiesto l’intervento degli operatori del pronto soccorso per animali di ENPA Milano. Il gatto era stato già visto una volta uscire spaventato da una vettura in sosta per poi correre a rifugiarsi nuovamente nel vano motore di un’altra auto adiacente. L’ultima volta i segnalanti lo avevano sentito miagolare intorno alle 11:30, poco prima che i soccorritori arrivassero sul posto. “Per poter intervenire, in questi casi, è necessario mettersi in contatto con il proprietario della macchina perché possa aprire il cofano e consentire agli operatori di individuare e recuperare il gatto, - ha dichiarato Ermanno Giudici, presidente ENPA Milano. - Quando questo non è possibile è necessario che intervenga la Polizia Locale, che nonostante i ripetuti solleciti da parte di ENPA, non ha potuto inviare nessuna pattuglia a supporto perché tutte impegnate in altri servizi.”
“Dal momento del nostro arrivo intorno alle 12 e fino alle 14.30 il gatto, nonostante i ripetuti richiami, non siamo mai riusciti a sentirlo, - ha raccontato l’operatrice Pamela di ENPA Milano, - ma la fortuna ha voluto che, in attesa dell’arrivo della Polizia Locale, il proprietario di un’altra auto, che non era la stessa dove pensavamo fosse il gatto, abbia aperto la sua macchina per andare via. A quel punto ho chiesto a questo automobilista se fosse stato così cortese da farmi dare un’occhiata all’interno del suo cofano, giusto per avere la certezza che il gattino non fosse sfuggito agli occhi attenti delle persone che lo tenevano sotto controllo sin dal mattino. Con mia grande gioia ho visto che era rifugiato proprio lì! Una fortuna che mi ha fatto provare un’emozione fortissima, perché se non avessi chiesto a quel signore di farmi vedere dentro la sua auto, sarebbe finita davvero male per quel povero micio!”.