I DIRITTI DELL'ANIMALE
- 26 luglio 2020 Cronaca
La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale sancisce all'art. 6 che «L'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante».
In Italia l'abbandono è vietato, ai sensi dell'art. 727 del codice penale, che al primo comma recita: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro”.
Studi veterinari di fatto attestano come l'abbandono scateni nell'animale, sottratto alle cure della propria famiglia, una condizione di forte disagio e sofferenza, un trauma tale da compromettere anche un successivo reinserimento dell'animale in una nuova famiglia, condannandolo così al randagismo o al canile.
Regione Lombardia al fine di favorire la convivenza tra uomo e animale, nonché tutelarne la salute e il benessere, promuove la prevenzione del randagismo, la protezione e la tutela degli animali di affezione a cui riconosce la dignità di esseri viventi, nel rispetto delle loro esigenze fisiologiche ed etologiche, condannando ogni tipo di maltrattamento, compreso l'abbandono nonché la detenzione in isolamento (l.r. 33/2009).
I proprietari, i possessori e i detentori a qualsiasi titolo di animali d’affezione sono tenuti ad assicurare a essi condizioni di vita adeguate sotto il profilo dell'alimentazione, dell'igiene, della salute, del benessere, della sanità dei luoghi di ricovero e contenimento degli spazi di movimento, secondo le caratteristiche di specie e razza nel rispetto delle loro esigenze fisiologiche ed etologiche.
Chiunque trovi un animale abbandonato o randagio è tenuto a darne informazione alle autorità competenti (Polizia Locale, dipartimento veterinario dell’ATS) affinché venga portato nelle strutture preposte alla sua accoglienza.
Il fenomeno dell’abbandono degli animali d’affezione è, non solo una della principali cause in grado di compromettere la salute fisica dell’animale, ma può incidere sia sulla salute pubblica che generare costi importanti per l'intero Paese. Infatti, ai costi per il mantenimento dei cani nei rifugi vanno aggiunti i costi per la cattura degli animali vaganti, per la sterilizzazione degli animali senza proprietario, i costi indiretti dovuti alle aggressioni, agli incidenti stradali.
Altra conseguenza importante dell’abbandono è il randagismo, ovvero la condizione di animali che vivono per proprio conto, ai margini della società, senza rapporti di dipendenza dall'uomo per cibo e rifugio. Un aumento di tale fenomeno genera diverse conseguenze, in particolare, la trasmissione di malattie pericolose ad altri animali e a persone, come la rabbia che rimane una delle cause principali di morte in diversi Paesi del mondo.
L’abbandono va denunciato: è un atto di civiltà verso gli animali e nei confronti di tutta la cittadinanza.