I primi aiuti anche nel nord-ovest della Siria

Volunteers set up tents for Families who lost their homes in a devastating earthquake to provide them shelter and food near destroyed buildings in the town of Harem, Idlib province, Syria, Saturday, Feb. 11, 2023. (AP Photo/Ghaith Alsayed)

Ancora troppo pochi per la popolazione colpita dal terremoto

Un convoglio di aiuti umanitari gestito dalle Nazioni Unite è arrivato nel nord-ovest della Siria attraverso il nuovo valico di frontiera aperto a Bab al Salam, nel nord del paese, al confine con la Turchia. Il convoglio, composto da undici camion, ha portato aiuti di vario tipo alla popolazione locale duramente colpita dal devastante terremoto avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 febbraio tra Turchia e Siria.
È una notizia importante per i siriani che abitano nel nord-ovest, una zona ampiamente devastata da dodici anni di guerra civile, ma è comunque un’iniziativa tardiva e gli aiuti arrivati finora sono troppo pochi per la popolazione locale. Nella zona dove milioni di persone già vivevano in condizioni difficilissime, sfollate da altre parti della Siria dopo essere sfuggite ai bombardamenti compiuti dal regime di Bashar al Assad, il terremoto ha complicato la situazione: secondo l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ci sarebbero più di 5,3 milioni di siriani rimasti senza casa e che hanno estremo bisogno di aiuto.
Sara Cappelluti

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