INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DIGITALIZZAZIONE
- 28 settembre 2019 Cronaca
Incontro con il ministro Paola Pisano
Nel pieno della stagnazione economica le
imprese sono sottoposte a una concorrenza internazionale più accesa che
spesso trova proprio nella ricerca e nell’innovazione la chiave della
competitività.
Perciò va apprezzato un atto positivo
del nuovo esecutivo: l’ aver introdotto il ministero per l’Innovazione
tecnologica e la Digitalizzazione, affidato alla professoressa Paola
Pisano, assessore nella giunta Appendino a Torino, che vanta un percorso
accademico tutto dedicato all’innovazione e che ha portato il capoluogo
piemontese ai primi posti nella classifica delle smart cities italiane.
C’è molto da fare: sul fronte della
pubblica amministrazione e del Fondo dell'Innovazione, sulle tante
partite che riguardano i ministeri dello Sviluppo economico (banda
larga, industry 4.0), della Sanità, della Giustizia e della Scuola,
fermi da mesi sui progetti del digitale. Perché se nel campo non siamo
gli ultimi della classe - eccezion fatta nell’uso di internet dove ci
collochiamo tra i fanalini di coda - siamo ancora sotto la media
europea. Indietro anche nella sfida della trasformazione digitale, dove
occupiamo il 19° posto sui 28 Paesi Ue. Nei confronti dei quali il gap
si allarga.
Se consideriamo i progressi compiuti
dagli stati membri Ue in termini di digitalizzazione, l'Italia è solo al
25° posto, prima di Belgio, Grecia e Romania, e ha una capacità umana
di utilizzare l'innovazione digitale ancora bassa. Le tecnologie
digitali più adottate dalle nostre imprese sono ancora i social media e i
big data: solo il 5% adotta tecnologie di stampa 3D e intelligenza
artificiale. Calano gli investimenti in ricerca e sviluppo, pochi anche i
brevetti sia per il settore biotecnologie sia per quello delle
nanotecnologie. Delle mille imprese più innovative in Europa soltanto
poche decine sono italiane.
Non mancano però le luci. L'Italia guida
la classifica internazionale della produttività tecnico-scientifica dei
ricercatori, con 87,5 pubblicazioni annue per 100 ricercatori, malgrado
le scarse risorse, sia pubbliche sia private, e il numero basso di
ricercatori e brevetti. Purtroppo però la conoscenza scientifica sembra
non tradursi in innovazione e applicazioni industriali, confermando
l’assenza di un rapporto più stretto tra ricerca pubblica e imprese. È
un problema non solo di carenza di fondi, ma di cultura
dell'innovazione. Manca, per citare, uno sforzo teso a garantire un
coordinamento tra le priorità europee di intervento in ricerca e
innovazione, temi strategici nazionali sui quali indirizzare le azioni
di R&S e le iniziative regionali, che invece sono finalizzate a
interpretare e soddisfare gli specifici bisogni del territorio.
Achille Colombo Clerici
Nella foto: Il ministro Paola Pisano con Achille Colombo Clerici