INTITOLAZIONI. PASTERNAK, ALERAMO E TOMASI DI LAMPEDUSA: NUOVE PIAZZE E UN VIALE AI GRANDI DELLA LETTERATURA
- 13 agosto 2017 Cronaca
Non poteva essere diversamente: il viale e il largo antistante alla nuova sede della Fondazione Feltrinelli saranno intitolati a grandi artisti stranieri e italiani che hanno consacrato la casa editrice nel panorama letterario mondiale.
La passeggiata laterale attigua a via Volta e viale Crispi sarà intitolata a Boris Pasternak, lo scrittore e poeta russo premio Nobel per la letteratura per il romanzo Il Dottor Zivago, pubblicato nel 1957 in anteprima mondiale in Italia nonostante l’opposizione del KGB. Per il largo antistante la Fondazione, invece, è stato scelto il nome di Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, la scrittrice e poetessa italiana, autrice del romanzo Una donna edito nel 1906, “ricordata perché nelle sue opere sono protagoniste donne non solo viste in ruoli e immagini tradizionali”, ma impegnate nelle lotte per il diritto di voto e contro la prostituzione.
L’omaggio del Comune di Milano ai maestri della parola scritta non si ferma all’area di Porta Volta, ma si estende anche alla piazza adiacente a via Brisa e via Gorani, che sarà dedicata a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore di un unico ma celeberrimo romanzo ambientato nella decadente aristocrazia siciliana degli anni del Risorgimento, Il Gattopardo, considerato uno dei capolavori indiscussi della letteratura italiana, nonostante l’opera appena scritta venne clamorosamente respinta dagli editori Mondadori ed Einaudi, per essere poi pubblicata postuma nel 1958 da Feltrinelli.
L’omaggio del Comune di Milano ai maestri della parola scritta non si ferma all’area di Porta Volta, ma si estende anche alla piazza adiacente a via Brisa e via Gorani, che sarà dedicata a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore di un unico ma celeberrimo romanzo ambientato nella decadente aristocrazia siciliana degli anni del Risorgimento, Il Gattopardo, considerato uno dei capolavori indiscussi della letteratura italiana, nonostante l’opera appena scritta venne clamorosamente respinta dagli editori Mondadori ed Einaudi, per essere poi pubblicata postuma nel 1958 da Feltrinelli.