L'ITALIA È ZONA PROTETTA

Ecco, in sintesi, il discorso del 9 marzo di Giuseppe Conte agli italiani

In considerazione del numero dei contagi sempre crescente e del perdurare di comportamenti inappropriati nonostante gli inviti alla prudenza, il premier Conte si è trovato nella necessità di serrare le fila del Paese con un nuovo decreto legge che è stato ribattezzato "io resto a casa".

Intorno alle 22:00 del 09 marzo il premier Conte ha parlato agli italiani.

Queste le sue parole:

"Siamo ben consapevoli di quanto sia difficile cambiare le nostre abitudini[...]

I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva, e anche delle persone decedute [...].

Le nostre abitudini vanno cambiate, ora.
Dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell'Italia e quando parlo dell'Italia parlo dei nostri cari, dei nostri genitori, dei nostri nonni.

Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se tutti collaboreremo e ci adatteremo subito a queste norme più stringenti.
Per questo ho deciso d'accordo con gli altri componenti del governo di adottare misure ancora più forti, ancora più stingenti per riuscire a contenere il più possibile l'avanzata del coronavirus e tutelare così la salute di tutti i cittadini che vorrei ricordare è il nostro obiettivo primario [...]

se la salute dei cittadini è un bene che è messo a repentaglio, noi siamo costretti a scegliere e a imporre dei sacrifici per quanto riguarda gli altri interessi pur meritevoli di tutela.
È per questo che sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l'espressione "iorestoacasa".

Non ci sarà più una zona rossa, non ci sarà più la zona 1 e la zona 2 della penisola.
Ci sarà l'Italia, un'Italia zona protetta.

Saranno quindi da evitare su tutto il territorio della penisole gli spostamenti a meno che non siano motivati da tre specifiche circostanze: comprovate ragioni di lavoro, casi di necessita o motivi di salute.

Aggiungiamo un divieto degli assembramenti all'aperto, in locali aperti al pubblico [...]

Non ci possiamo più permettere queste aggregazioni che diventano occasioni di contagio.  

Sono costretto a intervenire in modo ancor più deciso per proteggere tutti noi e soprattutto le persone più fragili e più vulnerabili.

Viviamo in un sistema in cui noi garantiamo la sanità e il diritto alle cure e alla salute a tuttiè[..]

è un pilastro del nostro sistema di civiltà [...]non possiamo quindi permetterci di abbassare la guardia.

Oggi è i momento della responsabilità. Noi tutti abbiamo una grande responsabilità . voi, cittadini tutti, con me.

Penso anche ai medici e agli infermieri che sono in trincea in queste settimane, che lavorano senza sosta e stanno facendo di tutto con turni molto impegnativi per assistere e curare le persone contagiate. Oggi nel prendere questa misura dobbiamo pensare anche a loro che rischiano con grande gesto di solidarietà la propria salute per curare la salute del prossimo.

La decisione giusta, oggi, è di "restare a casa"

Il futuro nostro e dell'Italia è nelle nostre mani e queste mani devono essere mani responsabili. Oggi più che mai.

Ognuno deve fare la propria parte [...].

 

Il nuovo decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale già nella notte del 9 marzo.
È entrato in vigore dal 10 marzo 2020.

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