STATO, MERCATO, TERZO SETTORE PER UN WELFARE RESPONSABILE
- 25 ottobre 2019 Cronaca
Convegno in Università Cattolica di Milano per la presentazione del volume curato da Vincenzo Cesareo e Nicoletta Pavesi
Il mondo del Terzo settore, della cooperazione sociale, delle
Fondazioni, delle organizzazioni del lavoro e degli imprenditori è stato
chiamato a raccolta in Università Cattolica a Milano nella giornata
dedicata al tema “Welfare responsabile e i protagonisti della società
civile”, occasione per presentare il volume “Il Welfare responsabile
alla prova. Una proposta per la società italiana”, curato da Vincenzo
Cesareo e Nicoletta Pavesi, edito da Vita e Pensiero e in libreria dal
24 ottobre. Il volume rappresenta l’esito del percorso di ricerca e
riflessione della Rete Interuniversitaria Welfare Responsabile che
coinvolge sociologi, politologi, demografi e giuristi di dodici atenei
(Università Cattolica - sedi di Milano e Brescia, Università di Bari,
Bergamo, Bologna, Catanzaro, Milano Bicocca e Milano Statale, Padova,
Siena, Torino, Venezia Cà Foscari).
Il programma dei lavori.
Saluti di Franco Anelli, Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore.
Presentazione della proposta di Welfare Responsabile Vincenzo Cesareo, Università Cattolica del Sacro Cuore;
Giovanni Bertin, Università Cà Foscari – Venezia;
Stefano TOMELLERI, Università degli Studi, Bergamo.
Tavola rotonda con interventi di
Pierangelo Albini, direttore Area Lavoro, Welfare e Capitale Umano Confindustria;
Alessandro Azzi, presidente Fondazione Tertio Millennio;
Andrea Cuccello, segretario confederale Cisl;
Valeria Negrini, icepresidente Confcooperative Federsolidarietà Nazionale;
Claudia Fiaschi, portavoce nazionale Forum del Terzo Settore;
Paola Pessina, vice-presidente Fondazione Cariplo.
Moderatore Riccardo Bonacina, rivista Vita.
Tra gli invitati, il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici.
“Dare risposte concrete alle difficoltà dello Stato nel soddisfare i
bisogni sociali. Questa è la mission del welfare aziendale e per
portarla a termine l’attuale azione non coordinata dei singoli
stakeholder presenti sul territorio va superata «in favore di un
approccio che intercetti in maniera sinergica tutti i livelli e gli
ambiti di intervento, utilizzi logiche di rete e crei comunità integrate
e coese», ha detto Cesareo. «Questa operazione è possibile solo
definendo forme di governance orizzontali e configurando spazi sociali
di prossimità, ovvero luoghi in cui, attraverso forme di comunicazione e
collaborazione innovative, sia possibile rispondere in modo più
adeguato alle sfide contemporanee».
Fare welfare responsabile significa superare l’impostazione
unidirezionale, dove interviene un singolo attore (Stato o mercato o
Terzo settore), oppure più attori non coordinati tra loro, e adottare un
approccio che include e mette in sinergia i vari stakeholder a tutti i
livelli e nei differenti ambiti.
Ciò comporta collocarsi in una logica di rete, fondata sull’impegno a
integrare, a mettere insieme in modo armonico e coeso gli attori
sociali, attraverso una particolare forma di governance che privilegia
l’orizzontalità rispetto alla verticalità. Redistribuendo il potere
decisionale ed organizzativo tra gli enti. Il tutto promuovendo un
approccio flessibile che assicuri margini di operatività e conservi
identità e specificità nel lavorare insieme».
Alla teoria si aggiungono molte esperienze concrete. Tra le quali:
POLITICHE DI INVESTIMENTO FAMILIARE PER LA CONCILIAZIONE: due esempi, il Cesu francese e le Reti territoriali lombarde
Il Social Investment (SI), la spesa del welfare, non è un costo da
tagliare ma al contrario un investimento efficace ed efficiente da
misurare nei suoi ritorni relativi a capitale umani, economici e
sociali.
Es. Cesu (Chèque Emploi Service Universel) è un servizio per la
dichiarazione del reddito dei salariati a domicilio. Cesu
dèclaratif riguarda tutti coloro che fanno ricorso a personale a
domicilio, a tempo pieno o parziale, per essere aiutati nelle
loro attività domestiche. Il datore di lavoro, usando questo tipo di
Cesu, beneficia di numerosi vantaggi come la riduzione delle tasse del
50% sulla somma spesa per l’acquisto di cheques fino a un massimo di
1.830 euro. Oppure il Cesu prefinanziato, un titolo di pagamento a somma
predefinita (come ticket restaurant) riservato al pagamento dei
salari/prestazioni dei servizi alla persona o all’accudimento dei
bambini.
Dopo la prima sperimentazione triennale (2011-2013), Regione
Lombardia ha studiato un nuovo sistema di governance territoriale
articolato su tre livelli: quello regionale, rappresentato dalla cabina
di regia; quello intermedio, costituito dalle singole reti territoriali
con la Asl come ente capofila che ha visto crescere il livello di
autonomia progettuale, ma anche finanziaria grazie alla possibilità di
disporre più liberamente delle risorse stanziate; quello delle alleanze
locali, ancorato al territorio e alla rete di stakeholders che vi
afferisce. Il monitoraggio effettuato a ottobre 2016 ha registrato che
le 63 Alleanze locali di conciliazione hanno sviluppato 63 progetti,
raggiungendo 47.022 persone e 1.885 imprese. Inoltre il numero di enti
aderenti alle reti territoriali è di 1.104, è aumentato del 138%
rispetto alla prima sperimentazione nel triennio 2011-2013. Inoltre si è
rilevata una progressiva familiarizzazione e alfabetizzazione rispetto
al tema della conciliazione vita-lavoro da parte dei soggetti coinvolti.
ASSEGNO UNICO PROVINCIALE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ IN TRENTINO
La povertà è un fenomeno multidimensionale e cumulativo: ciò
significa che per contrastarla è necessaria una strategia che sia
altrettanto multidimensionale e multidirezionale. Non basta un
trasferimento monetario, è necessario integrare a esso programmi di
inclusione socio-occupazionale, assicurando l’accesso ai servizi di
base. In questa chiave possiamo leggere l’Assegno unico provinciale
attivato nella Provincia autonoma di Trento dal 1°gennaio 2018 che vuole
intercettare oltre alle famiglie in condizione di deprivazione quelle
vulnerabili e a rischio esclusione. Da una parte quindi permette ai
nuclei famigliari di raggiungere una condizione economica sufficiente a
soddisfare l’insieme dei propri bisogni. Dall’altra mette al centro
lavoro come via di reinserimento e di autonomia in una logica improntata
a valorizzare le diverse capacità delle persone.
SPAZIO SOCIALE DI PROSSIMITÀ
Con uno spazio fisico. Infrastrutture gestite dai servizi sociali che
ospitano attività multigenerazionali e multiculturali che favoriscono
l’incontro tra le persone del quartiere: lo spazio fisico diventa così
spazio di relazioni prossimali es. quartieri cittadini
polivalenti sperimentati a Ginevra, o nelle Case del Quartiere della
città di Torino. Senza uno spazio specifico. “L’arco e le pietre” di
Mantova, una partnership che ha coinvolto istituzioni pubbliche,
associazioni e società cooperative per realizzare attività nei quartieri
periferici con lo scopo di creare reti sociali fra i cittadini e
favorire l’aggregazione culturale e generazionale.
I GIOVANI E L’ISTRUZIONE: FATTORI CHIAVE PER UNA CRESCITA INCLUSIVA E UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
La condizione giovanile può fungere da cartina di tornasole sullo
stato di benessere delle nostre società e della democrazia poiché come
si legge nel report OECD Youth Stocktaking Report: «Quando i giovani
sono impegnati e preparati, le società sono più coese e resilienti e le
democrazie più vibranti».
Questo processo di attivazione capacitante riguarda in primo luogo le
giovani generazioni impegnate nelle principali agenzie educative
formali: scuola e università. Per rispondere alle sfide del sistema
educativo italiano, il WR propone quattro azioni indirizzate a creare le
condizioni per attivare le nuove generazioni:
1) percorsi di studio in alternanza scuola/lavoro, anche con tirocini
e periodi di apprendistato di qualità, alternando la forma¬zione
attuata in azienda (periodi di apprendimento pratico sul posto di
lavoro) con l’istruzione impartita nelle scuole (periodi di studio
teorico e pratico ricevuto presso istituzioni scolastiche o formative);
2) la costruzione di partenariati fra istituzioni pubbliche e
private per garantire la co-progettazione dei curricoli e delle
competenze e per agevolare il passaggio dallo studio al lavoro;
3) la promozione di progetti interdisciplinari specifici per
sostenere lo straordinario potenziale delle scuole e delle università
italiane, che possono favorire la condivisione di una cultura
dell’imprenditorialità e dell’autoimprenditorialità in grado di
interpretare in termini evolutivi la precarizzazione del lavoro;
4) la messa a punto di un modello di ricerca e di insegnamento
interdisciplinare, dove le pratiche di lavoro si integrano, se non
addirittura transdisciplinare, nel quale si raggiunge un’elevata
ibridazione di linguaggi, pratiche e obiettivi teorici e teorico-pratici
in un’ottica di confronto e di collaborazione internazionale.
EUROPASIA Informa
Nella foto: Il pres. di Europasia Achille Colombo Clerici con l'Assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera