UN DECALOGO “DALLE PERIFERIE, PER RIPARTIRE”. TUTTI

C’è un enorme problema burocratico-organizzativo-normativo da risolvere.

« La burocrazia ci ammazza» lamentò il sindaco Sala lo scorso 8 giugno 2019. Qualche anno prima, 13 giugno 2013, anche il sindaco Pisapia focalizzò il tema: « Non abbiamo valutato che la priorità forse era quella di vincere e sconfiggere la burocrazia». E potremmo proseguire nelle citazioni, andando a ritroso nel tempo. Infatti, c’è un conclamato, enorme e irrisolto problema burocratico-organizzativo-normativo. Un problema evidenziato, ma mai affrontato strutturalmente, anche perché richiede dedizione e competenza, ma, nell’era dei tweet, non porta né gloria, né onori, né consensi, né passerelle, né inaugurazioni.
Nulla sarà come prima
Adesso, si va ripetendo che “nulla sarà come prima”. Ma, cosa? In meglio o in peggio? Per chi e, poi, come?
In questo periodo, abbiamo assistito alla realizzazione del Ponte di Genova, originato da un’idea di Renzo Piano, che è stato costruito in quattro e quatt’otto, dimostrando che è possibile fare e che si è capaci di fare. Ma, allora, dobbiamo chiederci come mai il progetto per le case popolari di Ponte Lambro, sempre originato da un’idea di Renzo Piano, rimane incompiuto dopo vent’anni e malgrado siano stati investiti 31 milioni di euro. Perché se non entriamo nel merito di cosa frena o blocca tutto, siamo condannati a ripetere gli errori, a lamentarci per la “burocrazia”. E non solo per Ponte Lambro.
Adesso il Comune di Milano ha proposto una “Strategia di adattamento” aperta al contributo della città, indicando che « è necessario prevedere meno burocrazia». E sono giunti centinaia di idee. Ma, appunto, quanta strada potranno fare se si innescano su un meccanismo dove « l’attrezzatura culturale e tecnica di chi amministra le città è rimasta la stessa, con le sue settorialità, con le sue piante organiche, le sue strutture formate da competenze separate» (Alessandro Balducci, già Prorettore Politecnico di Milano)?
Un “Decalogo” per cambiare
Un meccanismo “centralistico-burocratico” che, in particolare, non è adeguato ad affrontare/gestire le necessità dei quartieri periferici. Quindi, a partire da una decennale esperienza operativa e di metodo maturata sul campo, Consulta Periferie Milano, anche recependo e valorizzando apporti di altre realtà istituzionali e associative, ha elaborato e presenta un “ Decalogo” di proposte normative e strutturali (a costo zero): organizzazione dei Municipi, “progettazione partecipata”, comunicazione iniziative, locazione spazi alle associazioni, bandi, dimensioni palestre delle nuove scuole, Cosap, Siae, case popolari e anche la School City per formare e divulgare i metodi dell’organizzazione. Un “Decalogo” con proposte puntuali, anche di dettaglio, perché i problemi nascono nelle pieghe dei regolamenti applicativi. Proposte elaborate con una visione sistemica, ma attuabili anche singolarmente per facilitare chi dimora e opera fattivamente nei 155 antichi Borghi e nuovi Quartieri delle periferie milanesi: perché Assiano è Assiano (ma chi lo conosce?) e Basmetto non è Gratosoglio. Perché le Periferie non rimangano «luoghi sconosciuti, luoghi marginali e tenuti ai margini» (Indagine Istituto Ipsos - Forum Brand Milano 2015, promosso dal Comune di Milano). Perché le Periferie non rimangano solo “buone intenzioni”.

Walter Cherubini
Consulta Periferie Milano

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