Campagna Aser per le bioplastiche compostabili
- 10 novembre 2023 Dal Comune
Il Comune di Rho rilancia la campagna relativa alle bioplastiche compostabili avviata ieri da Aser, società partecipata che si occupa della raccolta dei rifiuti sul territorio cittadino.
Pur essendo simile per caratteristiche alla
plastica sintetica tradizionale, sia per leggerezza che per resistenza,
la bioplastica compostabile ne rappresenta un’alternativa sostenibile a
basso impatto e ad alte performance d’uso e di servizio. Consente cicli
di vita dei prodotti più sostenibili nell'ambito di un'economia
circolare.
Viene utilizzata per produrre sacchetti per frutta e
verdura, buste della spesa, piatti, bicchieri, vassoi, posate o ancora
pellicole estensibili, retine, sacchi, capsule per il caffè e thè o
vaschette per il gelato.
La bioplastica compostabile certificata va riciclata insieme ai rifiuti organici, gettandola nel cassonetto marrone: in questo modo si trasforma in compost, un fertilizzante naturale molto utile per il terreno. Una volta raccolti correttamente nella frazione umida organica, gli imballaggi in bioplastica certificata vengono trattati in impianti di compostaggio industriale. Ed è lì che prendono nuova vita: si trasformano in biogas e compost, un fertilizzante naturale utile per contrastare la desertificazione del suolo.
Per fare chiarezza, occorre precisare che ci sono molti tipi di bioplastiche:
• alcune sono a base biologica,
ovvero derivano da sostanze vegetali e animali come mais, grano,
tapioca, patate, canna da zucchero, oli vegetali, alghe e cellulosa
• altre sono biodegradabili, ma non compostabili, pur essendo ottenute da fonti fossili (petrolio)
• le più virtuose, infine, sono biodegradabili biobased, come l’acido polilattico (Pla) e i poliidrossialcanoati (Pha e Phb) e quelle a base di amido come il MATER-BI
Biodegradabile è un materiale, non
necessariamente di natura esclusivamente organica, che si decompone in
un arco di tempo e in condizioni particolari (in un impianto
industriale) formando elementi quali sali minerali, acqua, anidride
carbonica ecc.
Compostabile, invece, è un materiale che in
tre mesi, in un impianto di compostaggio, diventa compost, terriccio
fertilizzante ricco di proprietà nutritive per il terreno. Solo ciò che è
compostabile ha le stesse caratteristiche dei nostri scarti organici:
per questo è necessario prestare attenzione all’etichetta e conferirli
insieme nel contenitore marrone.
La normativa europea (UNI EN 13432:2002 e UNI EN
14995:2007) definisce le caratteristiche che un imballaggio o un
manufatto deve possedere per poter essere definito “compostabile”,
riconoscibile dall’etichetta: sono presenti i simboli del CIC, Ok
Compost, compostable e DIN industrial compostable.
Solo la presenza di uno di questi simboli
garantisce che è possibile raccogliere i prodotti in bioplastica
compostabile insieme all’umido domestico, perché certifica le
caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità richieste dalla
normativa EN 13432.