Cittadella degli Archivi: Inaugurato il progetto "Muri d'artista"

Assessora Romani: “Il futuro di Cittadella è brillante e noi stiamo lavorando perché questo luogo diventi sempre più un’opportunità per il quartiere e per chi lo abita”

È stato presentato sabato mattina presso la Cittadella degli Archivi il progetto “Muri d’artista”, giunto alla sua quarta edizione e quest’anno curato dall’associazione culturale “Isorropia Home Gallery”. All’inaugurazione, avvenuta presso la sede del polo archivistico comunale di via Gregorovius 15, quartiere Niguarda, ha partecipato l’assessora ai Servici civici e generali Gaia Romani.
I dieci nuovi murales, realizzati lungo i quaranta muri del lato sud di Cittadella, in affaccio sul parco di via Racconigi, costituiscono il proseguimento del ciclo di opere già avviato nel 2017 sul perimetro murario di 1.500 mq di via Gregorovius, interamente dedicato alla storia di Milano custodita nel grande archivio meccanizzato del Comune.

“È affascinante – ha affermato l’assessora Romani – il risultato della reinterpretazione artistica di alcuni degli avvenimenti raccontati e custoditi negli archivi della Cittadella. Grazie alla sinergia fra Comune, Municipio 9 e l’associazione culturale Isorropia Homegallery è nato un progetto di riqualificazione urbana che ha contribuito a rendere questo luogo fortemente attrattivo. Si tratta di un’area urbana pressoché abbandonata fino a qualche anno fa e che nel tempo si sta progressivamente riqualificando. Lo scopo è quello di far conoscere sempre di più alla cittadinanza la realtà di Cittadella e lo straordinario patrimonio di cui dispone, ma anche far sì che questo luogo diventi un polo ricreativo e un'opportunità per il quartiere e per chi lo abita. Come Amministrazione continueremo a impegnarci affinché la Cittadella sia uno spazio sempre più moderno e all’avanguardia, e lavoreremo perché l’accessibilità, e quindi la consultazione di documenti che custodiscono la memoria storica di Milano, diventi più semplice e veloce attraverso gli strumenti del digitale”. 

Dal 2017 a oggi sono stati realizzati più di trenta murales su ottanta muri e coinvolti più di cinquanta artisti visivi - di diverse generazioni, approccio artistico e provenienza, ma tutti legati alla città di Milano - invitati a intervenire sulla facciata esterna e, successivamente, grazie al primo progetto realizzato da Vedovamazzei con l’opera pubblica permanente “La città che sale. Omaggio a Boccioni” anche attraverso progetti site specific all'interno della Cittadella.

Le opere della quarta edizione raccontano, attraverso una scala cromatica in armonia con il luogo, una nuova parte della storia di Milano custodita negli archivi della Cittadella:

L'Acquario Civico di Milano 1906 (Andrea BIANCONI), Giorgio Strehler 1921-1997 (Andrea CRESPI), Il Velodromo Vigorelli e la Nazionale Azzurra 2021 (Luca DI MAGGIO), La ristrutturazione del Teatro alla Scala, 2002 (Piero FIGURA), La prima illuminazione elettrica nel Comune di Milano 1877 (Omar HASSAN), La strage di Gorla 1944 (Matteo MESSORI), Pittrici e scultrici delle avanguardie storiche, Palazzo Reale 1980 (Maria POGORZHELSKAYA), Il Museo Marino Marini 1973 (Gianluca RAGNI), Il Centro Balneare Caimi 1939 (Adelisa SELIMBASIC) e infine La rissa futurista in Galleria Vittorio Emanuele 1910 (WARO).

La Cittadella degli Archivi di Milano, tra i poli archivistici più moderni d’Europa con oltre novanta chilometri lineari di archivi che racchiudono la memoria storica della città, si presentava in passato come un grigio magazzino ed è ora uno scrigno di storia, nomi, realtà, documenti, lettere, testimonianze, immagini storiche, bandi, manifesti, cimeli che continuano ad affascinare i visitatori.

“Ecco perché il ‘dentro’ e il ‘fuori’ devono coincidere: ciò che vedo all’esterno, il primo impatto, quello fondamentale con la città e i suoi abitanti rappresenta un segnale importante di ciò che l’edificio racchiude - hanno affermato il responsabile Francesco Martelli e l’ideatrice del progetto, Rossella Farinotti -. Milano è stata la città delle Avanguardie, il Futurismo è nato qui, la città del design, della borghesia illuminata che ha sempre appoggiato artisti e pensatori; la città dei grandi impulsi e del loro sviluppo; la città del collezionismo e delle grandi manifestazioni culturali. E Milano lo è ancora”.

Per questi motivi si è sempre scelto di invitare artisti italiani e stranieri che abbiano avuto interazioni con la città di Milano, a lavorare sui documenti racchiusi all’interno dell’Archivio, attraverso il proprio stile e rilettura. La Cittadella degli Archivi nasce nel 2011 quale nuovo polo archivistico del Comune di Milano in via Gregorovius 15, zona Niguarda/Bicocca. Custodisce attualmente circa 90 km lineari di fondi in un impianto interamente meccanizzato e metà in archivi tradizionali, ospitando più di 200mila faldoni per un totale di circa due milioni di pratiche e fascicoli, gestiti da un archivista speciale, Eustorgio, un robot di ultima generazione dotato di intelligenza artificiale. Capace di estrarre in maniera automatica le unità presenti in ciascuna delle otto lunghe corsie d’acciaio del suo deposito, Eustorgio contribuisce a rendere la Cittadella uno dei più grandi archivi meccanizzati d’Europa. Qui ogni settimana giungono dalle diverse sedi del Comune circa 200 nuove unità di conservazione: i documenti vengono così bonificati e ricondizionati in nuovi faldoni, contrassegnati con codici a barre identificativi del contenuto e inseriti nel database di Eustorgio attraverso scanner a lettura ottica.

La datazione delle carte custodite parte dal 1802, anno da cui ha inizio il cosiddetto ‘Fondo Storico’.

Attivata nel 2012 e aperta al pubblico nel 2016, Cittadella vanta una Sala di consultazione e una modernissima sala scansioni per la digitalizzazione dei fondi archivistici. La digitalizzazione rappresenta certamente la sfida principale nel futuro di Cittadella.

Al riguardo è stato avviato un processo di scansione delle pratiche richieste ‘on demand’ dagli uffici dell’Amministrazione e dagli utenti esterni, che ha come obiettivo la preservazione dall’inevitabile deterioramento della carta e la più ampia consultabilità per tutti.

Vi, Col.

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