IL MILANO CHECK POINT TRASLOCA, DA MERCOLEDÌ 1° LUGLIO SARÀ OSPITATO DA EMERGENCY
- 30 giugno 2020 Dal Comune
Rabaiotti: “La collaborazione genera nuove soluzioni: anche così si può immaginare l’uscita dalla fase più dura della pandemia”
Milano Check Point cambia casa. Da domani, primo luglio, lo spazio dedicato alla salute sessuale dei cittadini, dove rivolgersi per fare il test dell’HIV o intraprendere un percorso di PrEP, la profilassi pre esposizione da HIV, trasloca dalla Casa dei diritti di via De Amicis alla sede di Emergency di via Santa Croce 19.
“In questi giorni - è intervenuto l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti - nel momento in cui stiamo riorganizzando il nostro modo di abitare la città, muoverci, lavorare, incontrarci, accanto alle difficoltà stanno anche emergendo modelli nuovi e nuove occasioni di confronto. Il Check Point di Milano, che opera nelle zone della movida e che ha svolto un lavoro prezioso di prevenzione e di attenzione alla salute dei più giovani, si è incontrato con Emergency e, grazie alla sua disponibilità, potrà evitare di prolungare l’interruzione del servizio oltre il dovuto. Non è solo un gesto di generosità, pur importante, ma anche il segno concreto di come, nella collaborazione, si possano trovare soluzioni inaspettate e generare nuove possibilità per il futuro, aprendo sentieri che fino ad ora non avevamo pensato. Anche questo è un modo di immaginare l’uscita dalla fase più dura e dolorosa della pandemia”.
Il Check Point era stato aperto nel febbraio 2019 per volontà delle associazioni ANLAIDS Sezione Lombarda, ASA Milano Onlus, CIG - Arcigay Milano Onlus, Fondazione LILA Milano Onlus e Nps Italia Onlus, e grazie anche al sostegno del Comune di Milano, di Simit Lombardia e di Fast Track Cities - Milano ferma l’AIDS.
Durante il primo anno di attività è diventato un punto di riferimento per tutta la città: 1500 i test per HIV e sifilide eseguiti, 180 gli utenti seguiti per la PrEP. Ma in questo momento, dopo la chiusura forzata a causa dell’emergenza sanitaria, sarebbe stato impossibile riaprire gli spazi presso la Casa dei diritti nel rispetto delle normative in materia di contenimento dei contagi, a tutela degli utenti e degli operatori. Da qui, grazie all’intermediazione del Comune, la necessità del trasloco.