Polizia locale. Sequestrate 1.500 scatole di farmaci antinfiammatori in supermarket alimentare cinese
- 26 aprile 2022 Dal Comune
Le medicine, non registrate in Italia, venivano vendute abusivamente come cura contro il Covid
Non erano neppure nascoste ma semplicemente stipate nel magazzino di un
piccolo minimarket e spedizioniere all'inizio di via Padova, dentro qualche
scatolone: 1.500 scatole di antinfiammatori per oltre 35.600 compresse di due
marche diverse, la prima con indicazioni in etichetta solo in lingua cinese e
prodotte in Cina, l'altra prodotta in Europa con bugiardino in una lingua
dell'Est. Stesso farmaco e stessa caratteristica, privo di autorizzazione
dell'Aifa che ne consente la vendita in Italia.
Il proprietario, W. H., 38 anni, nato a Zhejiang è stato deferito all'autorità
giudiziaria dagli agenti della Polizia Annonaria con l'accusa di apertura di
una farmacia senza autorizzazione (Art .1 legge 475/68) e per l'immissione in
commercio di farmaci privi di autorizzazione dell'Aifa (Art. 6 d.l.vo
219/2006). Per l’apertura della farmacia il proprietario rischia l'arresto sino
a un mese e un'ammenda da 2.582 a 5.164 euro. Per l’immissione sul mercato dei
farmaci l'arresto sino a un anno e un'ammenda da 2.000 a 10.000 euro.
Gli agenti erano entrati nel minimarket per un controllo di routine ma hanno
notato sugli scaffali, tra le bottiglie di latte, le scatole di biscotti, il
materiale elettrico, la cancelleria e altra mercanzia varia, destinata
prevalentemente a clientela cinese, alcune scatole di integratori che non
avrebbero potuto essere vendute lì, e per questo hanno deciso di approfondire
la visita ed estenderla al magazzino nel retro del negozio dove hanno trovato
gli scatoloni pieni di farmaci dal marchio sconosciuto in Italia ma pronti per
la vendita illegale anche contro i sintomi da infezione Covid.