Incidenti stradali. Obiettivo Agenda 2030: dimezzare vittime e feriti
- 06 aprile 2021 Dalla Lombardia
De Corato: siamo sulla buona strada, serve ancora tanto impegno
‘Incidenti e incidentalità sulle reti stradali principali di Regione Lombardia‘, è il titolo del webinair al quale ha partecipato l’assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale della Regione Lombardia Riccardo De Corato. Nel corso dell’incontro illustrato il quaderno del Centro regionale lombardo di governo e monitoraggio della sicurezza stradale sui risultati dell’incidentalità sulla rete stradale regionale extraurbana.
Lo studio è stato realizzato da Polis Lombardia in collaborazione con l’Università di Brescia.
Incidenti stradali, dati 2019
“Nel 2019 in Lombardia – ha spiegato l’assessore – sono avvenuti 32.560 incidenti stradali con lesioni alle persone, in media 89 sinistri al giorno. Questi incidenti hanno provocato la morte di 438 persone e il ferimento di altre 44.400”.
Dimezzamento vittime
“A livello internazionale, l’Agenda 2030 dell’Onu – ha sottolineato – include tra i suoi target il dimezzamento non solo delle vittime, ma anche del numero di feriti gravi rispetto al 2020. Per fare ciò, è necessario studiare e monitorare il fenomeno dell’incidentalità nel suo complesso. Questa analisi è quindi una base conoscitiva estremamente importante per i processi di decisione da parte degli Enti competenti, come ad esempio i bandi di cofinanziamento di interventi infrastrutturali promossi da Regione Lombardia in questi ultimi anni”.
Sicurezza stradale
“C’è ancora molto da fare in tema di sicurezza stradale. Nella sola Milano, infatti, dove c’è stato il boom della mobilità elettrica – ha evidenziato – l’Areu ha registrato 312 richieste per incidente stradale in monopattino. I dati si riferiscono dal 1° Giugno 2020 ad oggi”.
Obiettivo: riduzione incidentalità
“È bene ricordare – ha concluso De Corato – che non abbiamo ancora vinto la sfida del 2020 sulla riduzione dell’incidentalità. Il lieve calo della mortalità relativo all’anno di pandemia non è infatti dovuto a comportamenti virtuosi, bensì al confinamento e al blocco forzato della circolazione”.
ram