‘Lombardia è Ricerca’, il premio all’immunologo Alberto Mantovani
- 15 novembre 2024 Dalla Lombardia
Cerimonia al Teatro alla Scala di Milano con il ministro dell'Università Bernini Presenti anche il presidente Fontana e l'assessore regionale Fermi
L’immunologo lombardo Alberto Mantovani ha ricevuto il Premio internazionale Lombardia è Ricerca 2024. Nelle motivazioni si legge tra l’altro, per “le sue scoperte fondamentali sul ruolo dell’immunità innata e dell’infiammazione nel cancro”.
La consegna, al Teatro alla Scala di Milano, effettuata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dall’assessore regionale all’Università, Ricerca e Innovazione Alessandro Fermi. Presente anche il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e il conduttore televisivo Gerry Scotti.
Lombardia è ricerca, premio all’immunologo Alberto Mantovani
Il riconoscimento da 1 milione di euro dovrà essere utilizzato per il 70% per attività di studio e analisi da condurre in Lombardia.
La consegna del ‘Nobel’ lombardo è avvenuta al termine della settima edizione della ‘Giornata della Ricerca’. Ideata da Regione Lombardia è realizzata in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi Ets. L’obiettivo è infatti quello di premiare la miglior scoperta scientifica nell’ambito delle Scienze della vita. La scelta è stata fatta da una giuria di 14 top scientist di livello internazionale, presieduta da Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale di Milano.
Il ‘ritorno dei cervelli’
“Questo premio – ha evidenziato il presidente Attilio Fontana – merita di essere ulteriormente valorizzato. Dimostra infatti come sia possibile un’inversione di tendenza rispetto alla ‘fuga di cervelli’. Si pone infatti come occasione per favorire il ‘ritorno’ dei cervelli in Italia. Il vincitore, l’immunologo lombardo Alberto Mantovani, si è laureato a Milano e si è specializzato in oncologia a Pavia. Ha poi lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti, Successivamente è rientrato in Italia dove ricopre il ruolo di direttore scientifico dell’Irccs Humanitas. Ha mantenuto comunque l’incarico di docente alla ‘Queen Mary University di Londra‘ ”.
“Un esempio virtuoso – ha proseguito – di come le esperienze e le competenze acquisite in altri Paesi diventino elementi di valore quando si rientra in Italia. Grazie anche a questi elementi si creano le condizioni per investire in ricerca. Questa è la testimonianza concreta di come l’integrazione tra pubblico e privato, da sempre alla base del sistema lombardo, è ormai diventato un modello a livello internazionale. Questa è la strada da seguire con sempre maggiore determinazione. Mantovani ad esempio opera all’Humanitas, che è un soggetto privato, ma la sua esperienza e il suo bagaglio di conoscenze sono a disposizione di tutti”.
La ricerca è fondamentale
“Quest’anno – ha aggiunto l’assessore Fermi – abbiamo voluto fare riferimento all’’innovazione’ ma anche alle ‘radici’. Sono due parole, che in un primo momento potrebbero sembrare antitetiche, una ancorata al passato e una proiettata verso il futuro. In realtà niente può nascere e svilupparsi senza radici. È stato per me quindi un grande onore essere qui in occasione della settima edizione della Giornata della Ricerca.
“Questo è infatti un appuntamento – ha ribadito – che ogni anno ci permette di riconoscere e celebrare i successi della scienza e dell’innovazione. Ci permette inoltre di riflettere sul valore imprescindibile della ricerca per il benessere e il progresso della nostra società.
Scienze della Vita
La nostra attenzione si è concentrata sulle Scienze della Vita, un settore che più di ogni altro può migliorare concretamente la qualità della vita delle persone, offrendo nuove prospettive di cura e di prevenzione, rispondendo a sfide sanitarie globali. Il Premio ‘Lombardia è Ricerca’ 2024 è andato a uno scienziato che ha dedicato la propria vita proprio a questo: il professor Alberto Mantovani, immunologo di fama internazionale e uno dei protagonisti assoluti della ricerca contemporanea in ambito medico-scientifico”.
Lavoro di squadra
“Sono molto grato per questo riconoscimento – ha detto Alberto Mantovani – è il risultato del lavoro di squadra di tante persone e delle istituzioni che mi hanno sostenuto. Più che un traguardo, il premio è una sfida. L’obiettivo è infatti fare sempre meglio e di più per spostare il confine della conoscenza al servizio della salute delle persone. Vogliamo così sostenere il lavoro e i sogni delle nuove generazioni di scienziati che scelgono di restare in Italia. Fare Ricerca è come scalare una montagna. Occasioni come questa ci ricordano che, nella cordata, anche cittadini, istituzioni e imprese hanno un ruolo fondamentale per il bene di tutti”.
Sostegno a ricerca è migliore lotta contro il cancro
“Questa giornata dedicata alla memoria di mio padre – ha commentato il professor Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi Ets e direttore Programma Senologia Ieo – si conferma essere un appuntamento unico nel panorama scientifico nazionale per celebrare l’avanzamento della ricerca quale motore del progresso e del benessere sociale. Sono felice che il Premio Lombardia è Ricerca di quest’anno sia stato assegnato ad un italiano di altissimo livello quale il professor Alberto Mantovani, le cui scoperte si sono rivelate fondamentali per comprendere maggiormente l’origine dei tumori. Il sostegno alla ricerca è lo strumento migliore di cui disponiamo nella lotta al cancro ed è per questo motivo che da più di vent’anni Fondazione Veronesi è impegnata con tutte le proprie energie a sostenerla per dare speranza di guarigione ai pazienti di oggi e di domani” .
Chi è l’immunologo Alberto Mantovani
Il Premio internazionale ‘Lombardia è Ricerca’ quest’anno è andato a un italiano, alla guida di uno degli Irccs lombardi. Nato a Milano nel 1948, Alberto Mantovani ha studiato Medicina all’Università degli Studi di Milano e si è specializzato in Oncologia a Pavia.
Dopo diverse esperienze di ricerca all’estero, negli Usa e in UK, ha fatto ritorno in Italia lavorando all’Istituto di Ricerca Mario Negri, all’Università di Brescia e quindi a Humanitas University, dove ha insegnato Patologia Generale.
Numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti da Mantovani negli anni. Tra questi il prestigioso Robert Koch Award (2016), il Premio Europeo Oncologia 2016 (assegnato ogni tre anni), l’American Association for Cancer Research International Pezcoller Award (2019). Più recentemente, il Cimt Lifetime Achievement Award e l’Iais Lifetime Achievement. L’ampio impatto del suo contributo scientifico è testimoniato dalle oltre 178 mila citazioni dei suoi lavori e da un H-index di 190 (Scopus, ottobre 2024).
Già Commendatore della Repubblica per i suoi contributi scientifici (2006), nel 2018 ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro della città di Milano. Nel 2021 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Studi e scoperte
Mantovani ha contribuito in modo riconosciuto all’immunologia applicata all’oncologia formulando nuovi paradigmi e identificando nuove molecole e funzioni. Ha scoperto, in particolare, che alcune cellule del sistema immunitario, i macrofagi, componente fondamentale della reazione infiammatoria, si comportano come ‘poliziotti corrotti.’ Invece di combattere e arrestare il cancro, infatti, lo aiutano a crescere e proliferare. Questi studi hanno posto le basi degli attuali sviluppi dell’immunoterapia, considerata ormai una linea primaria nella lotta contro il cancro accanto alle tradizionali chirurgia, chemioterapia e radioterapia. L’immunoterapia potrebbe quindi risultare particolarmente efficace contro alcune tipologie di tumori, ad esempio del polmone.
Il ruolo del sistema immunitario
È noto per l’identificazione di CCL2, una citochina in grado di attrarre i macrofagi nel tumore e la caratterizzazione di una molecola fondamentale dell’immunità innata, PTX3, con un ruolo rilevante nei processi infiammatori protumorali.
L’attenzione di Mantovani al ruolo del sistema immunitario nello sviluppo del cancro ha portato a indagare questo stesso ruolo anche in relazione ad altre patologie, ad esempio quelle cardiache.
Premi anche alle scuole
Al Teatro alla Scala di Milano premiati anche i vincitori del ‘Premio Ricerca’ rivolto agli studenti, con la consueta partecipazione di Gerry Scotti. I tre gruppi di studenti riceveranno dalla Regione Lombardia 15.000, 10.000 e 5.000 euro. Ulteriori 5.000 euro andranno ad ognuno degli istituti di provenienza dei vincitori. le somme sono destinate al miglioramento di materiali e strumenti che favoriscono le attività didattiche.
Primo classificato liceo Majorana di Rho
Il liceo Ettore Majorana di Rho si è aggiudicato il primo posto. Il progetto prevede la realizzazione di un dispositivo fisico controllato da un algoritmo avanzato. Il suo scopo è la creazione di terapie probiotiche personalizzate e specifiche per ogni singolo paziente.
Secondo posto all’istituto Locatelli di Bergamo
Al secondo posto l’Istituto aeronautico Locatelli di Bergamo. Il progetto consiste nell’applicazione di una sottilissima lente di Fresnel ai pannelli fotovoltaici. Lo scopo è quello di massimizzarne il rendimento soprattutto durante il periodo dell’alba e del tramonto.