Novità al Museo del Novecento


In questi giorni al Museo del Novecento si è tenuta la presentazione al pubblico della ricca Collezione Gianni Mattioli e del nuovo assetto dato alla Galleria del Futurismo al secondo piano. 

Gianfranco Maraniello, da poco direttore del Polo Museale del Moderno e Contemporaneo del Comune di Milano, comprendente il Museo del Novecento, la Gam oltre a diversi spazi museali diffusi nella città, come il Museo Francesco Messina, ha evidenziato nella conferenza stampa l’importanza dell’ “innesto” della Collezione Mattioli tra le opere già esistenti nonché l’intenzione nei prossimi anni di dare maggiore organicità al museo. Ad esempio, l’ingresso alla Galleria del futurismo sarà preceduta da una sala di accoglienza e già ora l’importante bronzo di Boccioni “Forme Uniche della Continuità dello Spazio” è stata posizionata in una sala dalle pareti scure che invitano alla riflessione, affiancata solo da dipinti dello stesso artista, ovvero Dinamismo di un ciclista, 1912 e Dinamismo di un corpo umano, 1913, della nuova collezione.

Gianni Mattioli (Milano, 1903 -1977) vive un’infanzia modesta, segnata dalla separazione dei genitori e molto giovane inizia a lavorare come fattorino in una ditta di importazione di cotone. Nel 1919 partecipa all’impresa di Fiume; poi, tornato a Milano, conosce Depero e tramite questo pittore frequenta il gruppo futurista formato da Balla, Russolo, Severini, Baldessarri e Marinetti.

Ben presto manifesta il desiderio di acquisire opere d’arte e le prime sono solo dei disegni di Boccioni; si pone anche come intermediario con il Comune di Milano per l’acquisto della collezione di Fedele Azari, pittore e aviatore, alla morte prematura di questi, nel 1930, e diventa referente di Depero in Lombardia. Verso gli anni Quaranta, con il successo della ditta di importazione di cotone da lui fondata, ha le disponibilità per dare vita a una collezione personale, in questo aiutato dalla cugina Fernanda Wittgens, storica dell’arte, e con la convinzione che il futurismo non sia prosecuzione del cubismo ma abbia un’origine tutta italiana. Organizza in seguito mostre itineranti anche a livello internazionale, in Europa, negli States e in Giappone, arrivando ad aprire al pubblico la sua collezione allestita a Milano in Via Senato. 

Nel 1973, ventisei dipinti di sua proprietà vengono notificati dalla Soprintendenza alle belle arti di Milano perché “insostituibile testimonianza di momenti capitali della pittura italiana di questo secolo tra il 1910 e il 1920, essenzialmente per il futurismo e la metafisica”. Ora il nipote, Giacomo Rossi, prosegue il desiderio del nonno di far conoscere le opere di quel particolare periodo storico con un comodato a lungo termine con il Museo del Novecento. 

Il pubblico potrà quindi ammirare il grande dipinto Materia di Boccioni, del 1912, dove la madre del pittore diventa protagonista, con le grandi mani intrecciate al centro del dipinto e  circondata da un vortice  di piani in scomposizione, ed ancora gli studi di Balla su movimento e velocità, le ballerine di Severini lanciate in movimenti vorticosi, i bozzetti di Carrà per la Galleria di Milano…

Sorprendenti e poco note le tele del periodo giovanile di Giorgio Morandi che precedono le sue famose nature morte, come Paesaggio del 1914, nonché il Ritratto del poeta-pittore Frank Haviland, 1914, di Modigliani eseguito con una tecnica del non finito che rende in modo magico l’idea di un artista assorto nei suoi pensieri.

Vittoria Colpi

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