UN NAPOLETANO A MILANO
- 08 maggio 2020 La parola ai lettori
Sono 30 anni che abito a Milano e pochi mi hanno fatto notare che ho un marcato accento napoletano, forse per educazione.
Solo in alcune occasioni mi è stato detto: “Lei non è milanese”.
Due testimoni di Geova mi hanno fermato per strada e prima che iniziassero a parlarmi della loro fede dissi “non voglio farvi perdere tempo sono agnostico in materia di fede”.
“Lei è agnostico e napoletano” - risposero.
Scoppiammo in una risata, avevamo scoperto una nuova fede.
Un'altra volta un signore mi chiese “devo andare alla stazione centrale che mezzo devo prendere?” “Alle sue spalle c'è la fermata della metropolitana” - risposi.
“A Napoli fa meno freddo di Milano?” mi chiese.
“Come si è accorto che sono napoletano?”.
Sono di Montevideo e ho molti amici napoletani.
Pensai nemmeno a Montevideo posso dire che sono milanese.
Vicino alla Stazione Centrale sono stato avvicinato da un uomo in motorino che mi propose un videoregistratore. Risposi non ne ho bisogno, ne ho già uno.
“Aggio capito site uno e nuie non date retta”.
Ero napoletano e lui non rifilava i “pacchi” ai suoi concittadini.
Ero napoletano e lui non rifilava i “pacchi” ai suoi concittadini.
Faccio notare che per anni ho collaborato con questa casa editrice milanese che pubblicava otto giornali di quartiere e mi sono interessato ai problemi locali, in particolare delle periferie milanesi.
Mario Garini