Una figlia dell'Europa alla guida della Commissione
- 28 luglio 2019 Perle di Finanza
di Folco Portinari*
Il presidente della Commissione dell'Unione europea, la figura più importante tra le istituzioni comunitarie, viene deciso dal vertice tra i capi di Stato e di Governo dei Paesi membri dell'Unione. Il nome di Ursula Von Der Leyen (nata Albrecht) è emerso non senza colpi di scena quando i veti incrociati dovuti ai risultati delle euroelezioni hanno impedito a uno dei candidati ufficiali delle grandi famiglie politiche europee di avere la meglio.
Una figura insolita, quella di Ursula. Di famiglia borghese, alta borghesia. Il padre Ernest è stato governatore della Bassa Sassonia 40 anni fa. Aristocratica per matrimonio (Heiko, imprenditore e medico). Lei, 60 anni, eleganza non comune curata da una immagine attenta ma non opulenta, ha una storia moderna. È senz'altro una figlia dell'Europa, della Unione Europea, cioè. Prima di darsi alla politica il padre lavorava a Bruxelles alla Commissione. E come tutti i figli dei funzionari europei è quindi cresciuta poliglotta (francese e inglese fluenti, oltre alla lingua madre). E questo è un bel vantaggio. Il padre Albrecht aveva il sogno (non segreto): diventare Cancelliere nella sua Germania. Stessa ambizione della figlia, è probabile, che dopo studi in archeologia, economia e medicina con specializzazione in ginecologia, si dà alla politica. È stata ministra del Lavoro, della Famiglia e, da ultimo, della Difesa. Ha sette - ben sette - figli, da 32 ai 20 anni di età. Gemelli inclusi.
Una figura insolita, appunto. Con una caratteristica: carattere d'acciaio. Ne avrà bisogno, e forse dovrà ancor più temprarlo, vista la scommessa che la attende: gestire una Presidenza che ha ricevuto una maggioranza risicata dall'Europarlemento e per di più in una legislatura decisiva per il futuro della Ue. Brexit, allargamento ai Balcani Occidentali e forze populiste-sovraniste-
*Banchiere fiorentino del XIII secolo. Padre di Beatrice, musa ispiratrice di Dante Alighieri