L'uomo nuovo

Tu, uomo nuovo, che d'ambrosia vuoi nutrirti

e salire sull'Olimpo, guarda Cerere che piange

e la terra infeconda rende e disadorna.

Core, la sua diletta, la madre più non trova

e pena come Achille dell'amico la scomparsa

e la sua ira l'aria sferza di vendetta e morte.

Tu, uomo nuovo, che il vento vuoi domare,

e i misteri della vita e dello spazio,

oblio non ti sia dei dolci suoni d'Elicona impervia

o delle gesta per amor di patria degli antichi eroi

al canto dei poeti salire in cielo.

Tu, uomo nuovo, che solo di Mida l'oro brami

e le voci di metallo e i piaceri non più rari,

ricorda quando puoi l'inganno l'alloro e il pianto.


Uccio Greco