DA IL PENITENTE DI PRYPIAT
da Bisestile di Poesia 2016
EDB Edizioni
Maurizio Cucchi
Un po’ di cavoli, patate, carpe
argentate «e anche la carne
di cane non è male!». Dice il ciclista
atomico: «la gente cercava la frutta
con i vermi , così sapeva che non era
contaminata». Erano le anime bianche
di Prypiat, gli invisibili, i Samosyol,
tra visitatori dell’orrido e sciacalli.
Praticavano un’economia sottile,
capillare, minima e saggia, primitiva,
verso una totale autosufficienza
nel grande scandalo di una provvisorietà
assoluta, sicura, assorbita nel cuore
e nella terra che macina la morte.