TRATTO DI CAMPAGNA
da Bisestile di Poesia 2016
EDB Edizioni
Stelvio Di Spigno
L’ho sempre visto come un sentiero amico,
c’era un passaggio nella campagna di fronte
dove sbucavano anguille e vapore infantile,
sotto il terreno brulicava un’acqua a mille gradi,
e passandoci, ogni volta, fingevo e non capivo
che quella terra coltivata a ortaggi
poteva inabissarsi al primo tocco di vento,
inghiottirci nel più nero inferno della steppa,
quello dei morti senza ricordo
(che un giorno comune saremo anche noi),
che quel verde opalino di pomodori e mignatte
ci avrebbe ingoiato senza un fiato di rimorso,
e la casa e tutto ciò che era sacro
non ci avrebbe protetto più di tanto.
Dunque è inutile conservare foto e oggetti,
anche se chi ci ha amato è evaporato,
non ha senso litigare per salvarsi,
per sottrarsi alla palude del tempo che ci curva,
sotto ognuno di noi è una montagna di dolore,
bilance per pesare ciò che è stato, un giorno bene,
un altro male. Ciò che conta è essere stati insieme
sotto la stessa coperta, fanciulli pronti e grati
al Regno dei Cieli che per loro è preparato, un
[ bricco
d’acqua accovacciato accanto al letto:
gli occhi pronti alle lacrime perché
chi non piange, e magari ci deride,
è lui il demone della palude, un uomo da tenere
a distanza, mentre crede di essere il migliore.