SNOWDEN
- 03 dicembre 2016 Spettacolo
Regia: Oliver Stone - Sceneggiatura: Oliver Stone, Kieran Fitzgerald - Cast: Joseph Gordon-Levitt, Zachary Quinto, Shailene Woodley, Melissa Leo, Rhys Ifans, Nicholas Cage
Consigliato perché: Joseph Gordon-Levitt offre un’accattivante interpretazione, supportato da un cast di giovani talenti.
Edward Snowden è un’analista dell’intelligence americana che rivela alla stampa i dettagli di operazioni al limite della legalità messe in atto nell’ambito della sorveglianza. Il racconto è costruito su due piani: gli incontri segreti di Snowden con i giornalisti del Guardian e i lunghi flashback che narrano la sua carriera (il cui ritmo è a volte un po’ lento). Il film è visivamente intrigante, con alcune sequenze assimilabili a pitture astratte grazie a una bella fotografia. Il punto di forza della pellicola è sicuramente il protagonista: Gordon-Levitt convince nei panni di chi affronta un conflitto etico. Conquistano anche gli altri giovani attori del cast: è ben rappresentato il senso di mutua comprensione tra i personaggi, che condividono una visione del mondo – pur con le dovute differenze – ma a cui è proibito discuterne per via del lavoro. In alcune scene corali del film si vede quanto possano essere significativi sguardi e gesti, capaci di comunicare senza bisogno di dire nulla. Si oppongono a questo “silenzio” le figure di autorità nella carriera di Snowden: purtroppo la sceneggiatura trasforma questi personaggi in manichini sputa-sentenze. Ogni superiore del protagonista alla CIA o alla NSA viene presentato e percepito come il nemico, e qui si origina il vero difetto del film: Oliver Stone è estremamente parziale nel suo resoconto dei fatti, rendendo la sua pellicola quasi un’agiografia. Ovviamente ogni regista o sceneggiatore ha il diritto di raccontare ciò che vuole seguendo la propria idea, ma allo spettatore dovrebbe sempre essere offerta la possibilità di vedere, o almeno intravedere, anche l’altra faccia della medaglia. In questo film, invece, l’unica verità è quella del protagonista, senza possibilità di dissenso o anche solo di incertezza a riguardo – pena il venire accostati ai boriosi antagonisti “adulti”. Sembra qui che le azioni di Snowden abbiano causato conseguenze solo minime (cosa non vera); anzi, la pellicola si chiude con una battuta che è terribile nella sua superficialità. “Snowden” è un film godibile a livello tecnico e formale, ma avrebbe tratto giovamento da una sceneggiatura più equilibrata e da un’esposizione della vicenda a più larghe vedute, così da permettere un giudizio critico sul film a tutti gli spettatori (e non solo a chi si fosse documentato prima).
Deborah Lepri