BAMBINI E POVERTÁ IN LOMBARDIA - 1

L'Atlante dell'infanzia a rischio di Save the Children

In Lombardia il 15,3% dei bambini vive in condizioni di povertà relativa. Si tratta di una condizione che coinvolge quasi 1 minore su 6 conferma come il tema della povertà minorile resti una vera emergenza. A livello nazionale, infatti, negli ultimi dieci anni il numero dei minori che vivono in povertà assoluta è più che triplicato, passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018.
Una povertà economica ma anche educativa. In Lombardia la percentuale di nuovi nati è scesa del 23,3% dal 2008 mentre sono aumentati bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana. Il dato di spesa media annua in Italia per l'infanzia resta insufficiente mentre la Lombardia, negli ultimi 10 anni, ha incrementato di 73 euro la spesa pro capite per interventi a favore dell’area famiglia/minori, arrivando a 217 euro. In Lombardia solo il 15,6% dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia (nel 2008 era il 16,5%), con una spesa media pro capite da parte dei comuni per questi servizi che si attesta a 904 euro.

Anche la scuola è stata colpita pesantemente dai tagli alle risorse. In Lombardia la dispersione scolastica è al 13,3%; il 42% degli edifici è privo del certificato di agibilità a fronte del dato nazionale del 53,9% delle scuole italiane (tra quelle che hanno compilato il dato).

Ne deriva che la povertà educativa è una piaga in continua crescita. Quasi un minore su 2 non apre un libro durante l’anno, un dato che in Lombardia si attesta al 40,6% (era al 31,8% solo 10 anni fa). Lo sport resta per molti un privilegio: in regione questo dato è del 11,9%. A compensare queste mancanze è subentrata la dipendenza da cellulare: nel 2008 solo il 16,7% di bambini e adolescenti lombardi usava tutti i giorni internet: Nel 2018 è il 56,9%.
Per quanto riguarda i NEET (Not in Emplyement, nor in Education and Training ovvero chi non lavora, non studia e non frequenta corsi di formazione, ndr), la percentuale è del 15,1%.
All’impoverimento materiale ed educativo si associa quello “ambientale”. Al dato sulla riduzione delle aree verdi in città sono da associare il fatto che gli spostamenti verso la scuola avvengano per lo più in macchina e il fattore del cambiamento climatico con la registrazione di temperature più elevate rispetto a 10 anni fa.

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