BCE PREPARA PARACADUTE PER L’ITALIA

Francoforte gioca d'anticipo sulle agenzie che dovranno valutare il rating sovrano del nostro Paese a rischio downgrade

Mentre dal Consiglio europeo in programma oggi ci si aspetta uno pseudo “nulla di fatto” (in scia alla strategia del temporeggiamento che sembra prevalere nelle ultime ore nell’ottica di guadagnare tempo e risolvere le tensioni ancora troppo accese tra i due fronti, senza cioè prendere una netta posizione in favore della mutualizzazione del debito fra gli Stati membri nell’emergenza), la BCE sembra pronta a tutto e prepara un paracadute che potrebbe tornare utile al nostro Paese. 
Ma facciamo un passo indietro. Sembra passato un secolo, eppure accadeva meno di mese fa, quando il “ pastrocchio” dialettico della presidente Lagarde (“Non siamo qui per ridurre lo spread”)  aveva deluso i mercati provocando il crollo delle Borse e la fiammata dello spread. Poi, il cambio di passo. Così, dopo aver tirato fuori un colpo da oltre 1000 miliardi per l’anno in corso, a stretto giro è arrivata, con una mossa senza precedenti, la sospensione della regola del limite agli acquisti su emittente ed emissione nel programma PEPP contro la pandemia.Ma, a quanto sembra, non finisce qui con la BCE pronta ad utilizzare tutte le frecce nel suo arco, aggiungendone di nuove.
Così, in quella che può essere definita una strategia studiata a tavolino che punta ad alzare sempre di più l’asticella, nelle scorse ore è arrivata un’altra mossa storica come, del resto, la portata della crisi in corso. In attesa del direttivo del 30 aprile, definito “il più importante”, quando cioè l’Eurotower dovrà capire come “gestire il devastante impatto economico del Covid-19”, e a poche ore dal vertice UE, la Banca Centrale europea anticipa una decisione che da sola vale, messi insieme, tutti i fondi rispetto ai quali si sta discutendo.
Via libera anche ai cosiddetti “Junk bond” nel piano di acquisto titoli, in vigore dal 2012, voluto dall’ex presidente Mario Draghi.
In una comunicazione arrivata ieri in serata, l’Istituto di Francoforte ha fatto sapere che accetterà almeno fino al settembre 2021, all’interno delle proprie operazioni di rifinanziamento delle banche commerciali come garanzia, titoli che fino al 7 aprile erano classificati come minimo BBB - anche se il loro rating scenderà di due livelli sotto l’attuale richiesta di qualità di credito minima dell’Eurosistema.
La scelta dell’istituto di Francoforte, arriva - con un tempismo perfetto, troppo per pensare che sia casuale - a dare una quanto mai vitale boccata d’ossigeno per molte economia dell’Eurozona che hanno un altissimo rischio di downgrade, a iniziare dall’Italia. Domani, infatti, gli analisti di S&P s'alzeranno il velo sul rating Italia.
La revisione del rating italiano BBB (outlook negativo) - due gradini sopra il livello spazzatura - “spingerebbe il debito di molti altri emittenti italiani - legati al rating del loro paese - nella spazzatura”, creando un circolo vizioso nel sistema bancario con “debiti inammissibili per l’uso come garanzia con la BCE”.
Un problema, comunque, non solo italiano vista l’alta esposizione debitoria dei cosiddetti “fallen angels” (società soggette a probabili downgrade del rating) europei, stimati da Bloomberg a 200 miliardi in tutta Europa.
“C’è poco che la BCE possa fare per evitare i declassamenti ma può ammorbidire l’impatto”, prosegue Bloomberg, definendo la mossa sì rischiosa ma fondamentale in questi “tempi davvero pericolosi per l’economia. Dovremo solo ripiegare sulla speranza che si tratti di misure temporanee fino a quando il mondo non si riprenderà”.

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