CORONAVIRUS - IL CALDO PUÒ AIUTARE?
- 13 marzo 2020 Cronaca
La virologa del Sacco Gismondo analizza questa pandemia
Non si sa quando il coronavirus sarà definitivamente sconfitto, ma
nelle ultime ore i virologi stanno provando a stimare i tempi e a fare
le prime previsioni. Compresa Maria Rita Gismondo, direttrice del
laboratorio di Microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano,
intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Tanti i temi toccati dalla virologa. Per esempio, il ruolo del caldo.
“Quando andiamo verso il caldo cala la presenza dei virus
respiratori, ma soprattutto perché cambiano le nostre abitudini: durante
l’inverno ci accalchiamo nei locali ed è molto più facile stare più
vicini. L’estate stiamo più all’aperto e questo ci aiuta a essere meno
esposti ai virus”.
Quando si avrà un vaccino
“Per raggiungere il vaccino – precisa la Gismondo –
ci vorrà tempo. Forse arriverà anche dopo il picco in tutta
Europa. La cosa più rapida è una terapia, perché abbiamo tante molecole
che potrebbero essere attive nei confronti del virus. È essenziale
provare e riprovare molecole che possano darci una terapia”.
Secondo la virologa, si starebbe
“puntando su due target diversi di attività: l’antivirale punta ad inibire il virus rapidamente, l’altra molecola (ossia quella del farmaco anti artrite, ndr) mira a ridurre l’infiammazione. Penso possano diventare una terapia combinata”.
Maria Rita Gismondo sottolinea poi il risultato di anni di politiche basate sui tagli.
“Tutti dobbiamo imparare da questa esperienza. La sanità non può
essere spezzettata in varie regioni. Il cittadino su tutto il
territorio nazionale deve avere lo stesso diritto alla salute.
Addirittura auspicherei su tutto il territorio europeo. Spero che le
persone non dimentichino i nostri sacrifici”.
“Stiamo assistendo a un incremento di casi di contagio rilevati – evidenzia la Gismondo. -
Tra poco il 60-70% della popolazione sarà rilevato positivo, ma
non dobbiamo preoccuparci. Con dei numeri maggiori ci renderemo conto
che questo virus è meno letale di quanto possiamo pensare adesso”.
Per l’esperta il virus è silente nel 90% dei casi, ma
“c’è un 10% di persone che ha bisogno di essere ricoverato in
ospedale. Ad oggi i dati di morte diretta per coronavirus sono molto
scarsi, si parla di qualche unità”.
E sui
giovani in terapia intensiva,
“la medicina non è mai una scienza esatta, non significa che
non possano esserci casi di qualche giovane. Dobbiamo però vedere la
curva, dobbiamo parlare della maggior parte dei casi. Dobbiamo andare a
vedere se ci sono altre malattie. Oggi l’età media dei deceduti è 81-83
anni, i guariti sono quasi il doppio delle persone che vengono
ricoverate in terapia intensiva”.
Una previsione.
“Non illudiamoci di avere casi zero
in tutta Italia e in tutta Europa. La Lombardia è stata particolarmente
sfortunata perché ha avuto quel focolaio che ci ha messo in crisi. Se
non ci fosse stato quel focolaio avremmo avuto pochi casi aumentati nel
tempo e non questa crisi sanitaria. Tra due settimane ci aspettiamo un
calo drastico dei casi positivi, dei ricoverati e dei malati. Non
possiamo però pensare che tra due settimane il virus sia scomparso, ci
accompagnerà ancora per qualche mese”.