I BAMBINI NON DOVREBBERO LAVORARE NEI CAMPI
- 10 giugno 2019 Cronaca
MA NEI SOGNI!
Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani, in occasione 12 giugno, intende ricordare la Giornata internazionale contro il lavoro minorile. Istituita nel 2002 dall’OIL (Organizzazione internazionale del lavoro).Come si apprende dal sito dell’UNIRC (Centro Regionale dell’Informazione delle Nazioni Unite) il tema attribuito al 2019 è “i bambini non dovrebbero lavorare nei campi, ma nei sogni!”
Oggi i dati, secondo l’OIL, sono molto preoccupanti: 152 milioni di bambini sono sfruttati in quasi tutti i settori, sette su dieci sono impiegati illecitamente in agricoltura. Di questi circa 126 milioni sono impiegati in forme di lavoro pericoloso per il loro sviluppo psico-fisico. In Italia il numero supera ormai le 300mila unità.
Nel corso degli anni molto è stato fatto a livello internazionale per ridurre il fenomeno, basta ricordare la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, (approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 20 Novembre 1989 ed entrata in vigore il 2 settembre 1990 (Italia ha ratificato in data 5 settembre 1991) e le Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) (Convenzione n.138 (1973); Convenzione n.182 (1999); Raccomandazione n.190 (1999); Convenzione di Lanzarote del 25 ottobre 2007 ed entrata in vigore il primo luglio 2010.
In Italia l’art. 37 della Costituzione recita: “La repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce a essi a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione” e “la legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato”. Ricordiamo che la legge n. 977/67 (Tutela del lavoro dei fanciulli e degli adolescenti), ancora vigente, che fissa a 15 anni l’età minima di ammissione al lavoro e, in ottemperanza al disposto costituzionale (art. 37), segna il distacco della disciplina legale del lavoro dei minori da quello femminile fino ad allora equiparati e accomunati a livello normativo. Successivamente alcune norme son intervenute per regolamentare e intervenire meglio sul fenomeno minorile sotto l’aspetto sessuale e la pornografia.
Il Coordinamento fa appello al Governo affinché introduca forme di vigilanza più rigide contro tale fenomeno perché ogni bambino è una risorsa preziosa e per avere un futuro sereno deve poter giocare nella spensieratezza e frequentare la scuola (art. 34 Cost.; art. 2; art. 3; art. 26 DUDU; art. 3 Convenzione sui diritti dell’infanzia).
Si auspicano maggiori attività didattiche di potenziamento e recupero in ogni istituto scolastico al fine di ridurre la dispersione scolastica e abbattere la cultura dell’illegalità, sottraendo alla criminalità organizzata nuova potenziale manovalanza.
“Io credo che i bambini nel mondo debbano essere liberi di crescere e diventare adulti, in salute, pace e dignità” (Nelson Mandela)
Oggi i dati, secondo l’OIL, sono molto preoccupanti: 152 milioni di bambini sono sfruttati in quasi tutti i settori, sette su dieci sono impiegati illecitamente in agricoltura. Di questi circa 126 milioni sono impiegati in forme di lavoro pericoloso per il loro sviluppo psico-fisico. In Italia il numero supera ormai le 300mila unità.
Nel corso degli anni molto è stato fatto a livello internazionale per ridurre il fenomeno, basta ricordare la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, (approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 20 Novembre 1989 ed entrata in vigore il 2 settembre 1990 (Italia ha ratificato in data 5 settembre 1991) e le Convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) (Convenzione n.138 (1973); Convenzione n.182 (1999); Raccomandazione n.190 (1999); Convenzione di Lanzarote del 25 ottobre 2007 ed entrata in vigore il primo luglio 2010.
In Italia l’art. 37 della Costituzione recita: “La repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce a essi a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione” e “la legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato”. Ricordiamo che la legge n. 977/67 (Tutela del lavoro dei fanciulli e degli adolescenti), ancora vigente, che fissa a 15 anni l’età minima di ammissione al lavoro e, in ottemperanza al disposto costituzionale (art. 37), segna il distacco della disciplina legale del lavoro dei minori da quello femminile fino ad allora equiparati e accomunati a livello normativo. Successivamente alcune norme son intervenute per regolamentare e intervenire meglio sul fenomeno minorile sotto l’aspetto sessuale e la pornografia.
Il Coordinamento fa appello al Governo affinché introduca forme di vigilanza più rigide contro tale fenomeno perché ogni bambino è una risorsa preziosa e per avere un futuro sereno deve poter giocare nella spensieratezza e frequentare la scuola (art. 34 Cost.; art. 2; art. 3; art. 26 DUDU; art. 3 Convenzione sui diritti dell’infanzia).
Si auspicano maggiori attività didattiche di potenziamento e recupero in ogni istituto scolastico al fine di ridurre la dispersione scolastica e abbattere la cultura dell’illegalità, sottraendo alla criminalità organizzata nuova potenziale manovalanza.
“Io credo che i bambini nel mondo debbano essere liberi di crescere e diventare adulti, in salute, pace e dignità” (Nelson Mandela)
Romano Pesavento
Presidente Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti Umani