IL PIANO PER PREVENIRE IL CONTAGIO NELLE CARCERI
- 09 marzo 2020 Cronaca
Al momento niente contagi ma si teme per il sovraffollamento
Una
delle preoccupazioni di queste ore di contagi ancora crescenti è la
situazione delle carceri gravate quasi ovunque dal sovraffollamento e
con i detenuti che hanno visto i colloqui di persona trasformarsi in
colloqui con le videoconferenze e la riduzione delle uscite per lavorare
all'esterno, se non con deroghe particolari. Questa possibilità non è
concessa nelle carceri di massima sicurezza come Opera.
Per il
momento non ci sono stati contagi ma Aldo Di Giacomo, segretario del
sindacato di polizia penitenziaria in Lombardia, ha detto: “nelle
carceri lombarde ci sono una ventina di persone in isolamento perché
hanno la febbre, non il coronavirus, per una misura di cautela. A
nessuna di loro è stato fatto il tampone, perché non ci sono i criteri
per effettuarlo. Ma quando avranno febbre alta e disturbi respiratori,
non resterà che metterli in ospedale e avranno già probabilmente
infettato tutti”.
Gli fa eco Francesco Maisto, garante dei diritti delle persone private della libertà di Milano:
“L’epidemia arriva in una situazione già grave determinata da due
fattori: il sovraffollamento, con ottomila detenuti a fronte di una
capienza di 6 mila in Lombardia, e i problemi particolari in tema
sanitario che ci sono da sei-sette mesi".
Sembra infatti che non siano stati ancora rinnovati i contratti scaduti del personale medico.
Nel frattempo, in Lombardia sono arrivate le tende per il triage a Opera, Bollate e San Vittore.
Agli avvocati viene controllata la temperatura e sono sospesi gli ingressi dei volontari per evitare assembramenti.
Prosegue Maisto: “I
detenuti considerano corrette le prescrizioni. Meglio così che
prendersi il virus. Certo, nel momento in cui dovesse succedere ci sono
anche persone irragionevoli che potrebbero dare vita a una rivolta. A
questa eventualità non si è preparati. Al prefetto di Poggioreale ho
chiesto di tenere pronto l’esercito. La polizia penitenziaria, in
generale, non ha abbastanza uomini e donne per gestire uno scenario del
genere”.
Se il virus dovesse entrare: "Sarebbe una
possibile tragedia. Un piano c’è, le zone di isolamento ci sono in tutte
le carceri, anche se poi bisogna fare i conti anche con eventuali falle
dall’esterno”.