L'ITALIA RALLENTA

Ma non si ferma

Erano circa le 22:45 quando sugli schermi delle emittenti pubbliche e private ha iniziato a scorrere la scritta che annunciava un nuovo intervento di Giuseppe Conte.
Erano le 23:30 quando ha iniziato a parlare agli Italiani.

Ha esordito dicendo di avere scelto, fin dall'inizio dell'emergenza, la strada della verità e della trasparenza.

Ha aggiunto sottolineando, di nuovo, come questo sia il periodo più buio per il nostro paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Ha parlato dei decessi delle ultime ore prima del suo discorso, dicendo che non si tratta di freddi numeri ma di persone che sono mancate all'affetto dei propri cari.

Ha ribadito l'efficacia delle misure restrittive prese finora.

Ha invitato a rispettare le regole e a resistere per tutelare le persone che, ciascuno di noi, ama.

Ha sottolineato che il cambio di abitudine che era stato chiesto a noi, cittadini, è niente di fronte al sacrificio di medici, infermieri, forze dell'ordine, forze armate, protezione civile, addetti dei supermercati, farmacisti, autotrasportatori. Tutti loro, ogni giorno, rischiano la vita.

E poi è arrivato al punto.

Questa volta, mi sembra, non ha parlato alla ragione. Ha parlato al cuore quando ha detto "Serve un atto d'amore per l'Italia".

Ecco perché si è reso necessario un passo ulteriore.

Si dispone la chiusura di tutte le attività non necessarie. Restano in funzione quelle indispensabili a fare andare avanti il paese in primis supermercati e generi alimentari.

E qui è arrivato l'appello: "State calmi, non assaltate i supermercati".

(le cronache ci dicono che dieci minuti dopo la fine del discorso già c'erano scene da far west, ndr).

Restano aperte: farmacie e parafarmacie.

Restano aperte banche, poste e assicurazioni.

Restano aperti e funzionanti i servizi legati alla finanza.

Restano in funzione i trasporti.

Le attività di ufficio dovranno passare a modalità lavoro da casa.

Mentre scriviamo, il decreto di ieri sera non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Si rimanda a questo sito internet per leggere il testo ufficiale.

Conte ha concluso dicendo che sta rallentando il motore produttivo senza fermarlo del tutto così da poter ripartire quando sarà il momento.

Ha ribadito che lo Stato c'è.  

Ha paragonato gli Italiani agli anelli di una catena. Le parti formano il tutto.

Se un anello cede, tutta la catena, cede.

Ha concluso con "Uniti ce la faremo".


Antonella Di Vincenzo

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