PARCHI DI DIVERTIMENTO: APERTURA RIMANDATA
- 28 febbraio 2020 Cronaca
I timori per i posti di lavoro e la richiesta di aiuto al Governo
Uno dei tanti settori che risentirà degli effetti del coronavirus è quello dei parchi di divertimento. Di questa preoccupazione si è fatto portavoce il presidente dell'associazione dei parchi permanenti che riunisce circa 230 strutture in tutta Italia, Giuseppe Ira, sulle colonne de Il Sole 24 Ore.
La riapertura era infatti prevista per la metà del mese di marzo.
Vista
l'incertezza su come evolverà l'emergenza si è deciso di rimandare a
data da destinarsi. Marzo, tra l'altro, era il periodo delle nuove
assunzioni e della successiva formazione del personale in vista dei mesi
con le maggiori presenze che includevano non solo i turisti ma anche
gli studenti in gita scolastica.
I parchi e l'indotto, su base annua, generano un fatturato di circa un milione di euro.
Due
le preoccupazioni principali espresse da Ira. La prima è il possibile
rimborso di tutti i biglietti di ingresso già venduti. La seconda è che
la riapertura si protragga troppo in là nel tempo perdendo la settimana
delle vacanze di Pasqua. Se così fosse, il settore sarebbe in ginocchio.
Da qui la richiesta al Governo perché intervenga con misure a
sostegno che includano, ad esempio, agevolazioni fiscali, cassa
integrazione straordinaria, moratoria per pagamenti fiscali e bancari e
altre misure che riguardino anche i versamenti dell'IVA.