SI PAGHERÀ DI PIÙ?
- 08 settembre 2019 Cronaca
Mi
sono stati chiesti chiarimenti in merito alle considerazioni da me
svolte in materia di riforma catastale, nelle quali concludevo non poter
esserci quel controllo dell'invarianza del prelievo fiscale che la
legge di riforma vorrebbe assicurare. Perché, in sostanza, non c'è
invarianza; in quanto il valore imponibile (legato alla consistenza
economica e non al mercato), e quindi il gettito/prelievo, soprattutto
quello derivante dall'Imu, sono destinati per loro natura a crescere
sempre. Conseguenze di tale situazione sono l'impraticabilità e
l'inattendibilità del sistema dei correttivi previsti dalla legge di
riforma.
Dunque:
nel computo del gettito fiscale immobiliare, e in particolare ai fini
dell'applicazione dell'Imu, è di tutta evidenza che concorrono tre
variabili le quali fanno crescere continuamente la consistenza economica
del patrimonio imponibile.
Due
sono legate all'incremento numerico delle unità assoggetate
all'imposizione tributaria. Esse sono la nuova produzione edilizia da un
lato e il recupero dell'evasione fiscale dall'altro.
La
terza variabile determina un incremento di valore del patrimonio a
regime: ogni intervento di riqualificazione edilizia, dalla manutenzione
straordinaria in su, infatti, dà luogo a una revisione catastale
automatica, con aggiornamento incrementativo delle rendite. Come dunque
il cittadino possa verificare che il comune non bari nei controlli di
un'invarianza che non esiste di per sé, è tutto da dimostrare. La vera
verifica dell'invarianza, a seguito dell'entrata in vigore della
riforma, andrebbe compiuta con riferimento non al gettito complessivo,
nella cui logica peraltro entra il criterio della media trilussiana,
bensì riferendosi al prelievo a carico del singolo contribuente.
Qui
entra in gioco la logica della perequazione. Con l'attuale alta misura
delle aliquote, il livellamento perequativo andrebbe realizzato
abbassando le rendite elevate (che portano a far pagare in modo
esorbitante) e non innalzando quelle basse, che già portano a pagare a
sufficienza.
Allora,
non ci sarebbe bisogno di alcuna verifica di "invarianza" o di simili
meccanismi atti a prender in giro gli italiani, perché informati alla
logica del 'lupus et agnus': «intanto si paga di più e poi si vedrà».
Achille Colombo Clerici
Nella foto: Achille Colombo Clerici all'Ambrosetti Forum, The European House 2019, Villa d'Este Cernobbio