Alleanza per le Periferie

“Riqualificazione”, “lotta al degrado”, “recupero delle periferie”.

Sono espressioni che si sentono tutti i giorni, pronunciate dagli amministratori locali o usate sui mezzi di comunicazione. Nei mesi scorsi c’è stata una vera e propria abbuffata “mediatica”: non c’era trasmissione televisiva e giornale che non ne parlasse. Adesso, la pressione mediatica si è sopita, nei talk-show si parla d’altro. E nelle periferie cosa è cambiato? Nella sostanza, l’impressione è che le periferie siano state un tema un po’ di moda, affrontato in modo un po’ garibaldino, senza il dovuto retroterra, come affermato da Giangaetano Marchetti (Fondazione Corriere della Sera) in occasione della presentazione del libro “Nuove alleanze per il terzo millennio. Città metropolitane e periferie recuperate”, avvenuta lo scorso 9 marzo nell’ambito dell’incontro “Periferie e governo della città”, al quale sono intervenuti Gianfranco Dioguardi, autore del libro, ingegnere e professore di Economia e organizzazione aziendale, il filosofo Giulio Giorello e Ada Lucia De Cesaris, vicesindaco di Milano con delega all’Urbanistica. In tale contesto, è stato sottolineato che la questione non è solo urbanistica, poiché dietro la gestione di una città c’è molto altro: l’equilibrio sociale, la coabitazione, la produzione culturale (ed economica). 
Periferie – A questo proposito, alcune prospettive sono state enunciate dal vicesindaco De Cesaris per ...superare un po’ questo concetto di periferia e immaginarci che abbiamo una serie di centralità, che possono e devono esprimere cambiamento, innovazione e devono essere capaci di fare rete, dove per rete significa avere la capacità di mettere insieme tutti quegli elementi e tutti quegli ingredienti che permettono a queste centralità di vivere e crescere. Da questo punto di vista, continua a permanere la carenza organizzativa dell’Amministrazione comunale, poiché le prime realtà che non fanno rete, che non fanno sistema sono proprio le numerose funzioni comunali che agiscono nel medesimo territorio, nel medesimo quartiere. Infatti, ciascuna funzione zonale interagisce con il proprio centro, ma opera disgiuntamente dalle altre funzioni presenti nella medesima zona. Insomma, sul territorio non c’è nessuno che faccia da collante. 
Proposta – Proprio per superare questo stato di frammentazione nell’azione comunale, Consulta Periferie Milano ha proposto – già nel 2006, ultimo scampolo dell’Amministrazione Albertini – che le funzioni comunali territoriali dipendano “funzionalmente” dal relativo Consiglio di zona: la cosa sarebbe propedeutica anche in vista dell’istituzione delle municipalità. Come farlo? Introducendo la seguente previsione: “I Servizi/Funzioni comunali operanti in ciascuna zona, mantenendo la dipendenza gerarchica dai propri Settori/Direzioni, dipendono funzionalmente dal rispettivo Consiglio di zona”. Certo, è un cambio culturale, richiede di pensare in maniera diversa, passando dall’agire “frammentato” al “fare sistema”. Ma è a “costo zero” e non richiede modifiche strutturali. Allora, perché non farlo, adesso? Ne beneficerebbe anche l’attività di quel variegato e generoso mondo del volontariato, che nelle periferie fatica a trovare dei punti di riferimento istituzionali oltre che disponibili, anche efficaci.                                         
Walter Cherubini
Consulta Periferie Milano

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