In ricordo di Piero Mazzarella

Piero Mazzarella, figlio d’arte, padre siciliano e madre milanese nasce a Caresana, in provincia di Vercelli, il 2 marzo 1928, dove i genitori si trovavano in tournée con la loro compagnia. Dopo pochi giorni, Piero viene portato a Milano, nella casa di ringhiera in cui abitano, in via Sannio, a Porta Romana.

Giovanissimo inizia la sua carriera di attore nella compagnia dei genitori, con un repertorio che spazia dal classico al dramma d’epoca, alla commedia e alla farsa.
Nel ‘50 lascia la prosa e debutta in una compagnia di avanspettacolo, dove conosce la ballerina Marisa Manzelli, sua prima moglie, che il 19 febbraio del 1957 muore in un incidente stradale, lasciandolo con i figli Barbara di 5 anni, e Riccardo di 2. Per non allontanarsi dai figli, Piero accetta la proposta del direttore della compagnia del Teatro Milanese di Ieri e di Oggi, Edgar Biraghi, che su segnalazione dell’attrice Giuliana Rivera, lo aveva visto in una Rivista al Teatro Olimpia, dove recitava alcune scenette in lingua milanese. Il 5 ottobre 1958 debutta ne “La zitella” di Carlo Bertolazzi al Teatro S.Erasmo, con la regia di Franz Dama e in breve tempo diventa uno dei principali interpreti delle commedie che verranno rappresentate dalla Compagnia che successivamente diventerà  Compagnia Stabile Milanese  del Teatro Gerolamo, sotto la direzione di Carletto Colombo e la condirezione artistica e amministrativa di Pitta De Cecco e Franco Friggeri. Nel 1963 riceve il premio San Genesio come miglior interprete  ne “L’eredità del Felìs” di Luigi Illica al Piccolo Teatro di Milano, nella parte di Togn Rossi, per la regia di Virginio Puecher, con Valentina Cortese nella parte di Lena ed Emilio Rinaldi in quella del Padre, Felìs Rossi. Lo spettacolo ha un grande successo. Oltre al premio San Genesio, Mazzarella ottiene anche il premio Luigi Illica, unico attore di prosa, poiché il  premio era destinato a personaggi della Lirica. Nella commedia partecipano anche il fratello Rino Silveri e la giovanissima Anna Priori - nella parte della Zabetta - candidata alla Noce d’oro. Nel 1964 gli viene assegnata la Maschera d’oro dell’Istituto del Dramma Italiano, come protagonista del “Rico de Porta Garibaldi” di Severino Pagani al Teatro Gerolamo; inoltre viene insignito con la commenda dell’Ordine al merito della Repubblica, infine, è stato uno degli interpreti del “Nost Milan” con la regia di Giorgio Strehler che ha come protagonista femminile Valentina Cortese, che pur essendo nata a Milano, non aveva mai affrontato il teatro dialettale della sua città. Il “Nost Milan”  rappresentato a Parigi nel giugno 1961 ha vinto il Festival Mondiale della Prosa. 
Il 25 luglio 1969, Piero Mazzarella, per 10 anni animatore del teatro milanese, dice addio al Teatro Gerolamo e dalla prossima stagione fonderà  una sua compagnia.  
- La Compagnia Stabile del Teatro Milanese, sotto la direzione di Carletto Colombo, proseguirà felicemente le proprie stagioni teatrali dove  si  alterneranno come primi attori: Lucio Flauto, Walter Valdi, Sergio Renda, e per due stagioni il sottoscritto Roberto Marelli, e alcune volte con la partecipazione straordinaria di Tino Scotti. 
Luigi Barbara, sul Corriere della Sera, si domanda quali ragioni spingono Mazzarella a lasciare il Teatro Gerolamo e scrive: “Mazzarella ha voluto diventare il mattatore della compagnia sotto ogni aspetto coinvolgendo il fratello Mario come regista, autore, attore e amministratore. Così Mazzarella  parla del fratello: “Per non vivere alla mia ombra Mario si è scelto un nome diverso, Rino Silveri. A parte le sue qualità artistiche, Rino è veramente il mio deus ex machina, sa amministrare i quattro soldi che incassiamo in maniera oculata e intelligente. Talvolta mi chiedo cosa farei se non ci fosse.”
Nel ‘66 si risposa con una insegnante che si prenderà cura di Barbara e Riccardo, dalla quale divorzierà per risposarsi con l’attrice Barbara Nardi che gli darà altri tre figli: Piero junior, Paolo e Cristiano. Dei cinque figli, solo Riccardo seguirà le orme paterne. 
Nella stagione  1969/70, la prima fuori dal Gerolamo, il Teatro Lirico e il Manzoni registrano  una serie di esauriti con   Piero Mazzarella in:  “I pover crist” di Carlo Maria Pensa, e  “El tecoppa” di Carlo Silva e Carlo Maria Pensa. Da allora i teatri della provincia si contendono Piero Mazzarella. 
Rino Silveri, sarà l’autore di buona parte del repertorio che verrà rappresentato. 
Il 15 settembre 1972 apre la stagione teatrale al Nuovo con “El marchionn di gamb avert” di Ciro Fontana, commedia tratta da un poemetto di Carlo Porta con la partecipazione di Paola Borboni, per la regia di Filippo Crivelli. La stagione si chiude con una nuova versione dell’eroe a lui tanto caro, ed è il fratello ad occuparsi del testo: “Continuano a chiamarlo Tecoppa” di Rino Silveri. Così ne parla Carlo Silva, profondo conoscitore di Ferravilla e di Mazzarella: “Non scopriamo un bel nulla affermando che Felice Manara detto Tecoppa, figlio di Edoardo Ferravilla, è cugino di primo grado di Piero Mazzarella. Se così non fosse, non si capirebbe questo amore continuo, questo ritrovarsi puntualmente in palcoscenico, a periodi fissi, uno dentro l’altro. La parentela si scoprirà nel 1951, all’Alcione di Milano sulla ribalta dell’avanspettacolo e da allora il duo Tecoppa-Mazzarella, non si lasciarono più.” Nel gennaio del 1973, Mazzarella debutta al Teatro Odeon con: “El risott a la milanesa per el Tecoppa” di Rino Silveri e la  stagione seguente inizia al Teatro San Babila con “El Tecoppa in vacanza” sempre di Rino Silveri. Era nato il Teatro Comico di Piero Mazzarella che così dichiara a Paolo Calcagno che lo ha intervistato per il Corriere d’Informazione: “Per la prima volta con l’aiuto di mio fratello mi sono messo in proprio: basta con gli impresari, ho deciso di fare da solo!”  Il San Calimero, diventerà’ il suo teatro stabile, il teatro che più amerà, e il “Teatro Comico di Piero Mazzarella” cambia nome, diventando “Compagnia stabile di Piero Mazzarella” mettendo in scena il suo alter ego nella trilogia: Tecoppeide n. 1, Tecoppeide n.2 , Tecoppeide n. 3.
Dice Mazzarella: “Da quando sono al San Calimero, presento in media, tra novità e riprese, ben otto commedie per stagione. Sono riuscito a lavorare per 300 giorni in un anno. Ho recitato in 150 piazze. Possediamo la più grande ricchezza che si possa avere, un pubblico che ci ama”.
Piero ha  indossato per qualche anno i panni di Meneghino, e a fianco della sua Cecca  ha rallegrato i milanesi per alcuni carnevali. Ha partecipato a parecchi film, come “Il Maestro di Vigevano” con Alberto Sordi per la regia di Elio  Petri, e “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani. In televisione in “Bertoldo e il suo re” per la regia di Silverio Blasi. “Eleonora” con Giulietta Masina, “Piccolo mondo antico” e “ Arabella” di Emilio De Marchi, immancabili “Le tre farse del Tecoppa”.
Negli anni ‘90, Piero cerca nuove strade,  interrompe il sodalizio con il fratello Rino Silveri, e inizia la sua collaborazione con Andree Shammah al Franco Parenti e per il Piccolo Teatro racconta agli studenti “El nost Milan” di Bertolazzi.
Il resto è storia dei nostri giorni. Piero ci ha lasciato il 25/10/2013. Ciao Piero.
Roberto Marelli

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