PER STRADA SEMPRE MENO CESTINI E PIÙ ESCREMENTI

Alcuni residenti della zona Monforte, Vittoria mi hanno fatto notare un paradosso inerente la penuria di cestini nel quartiere. Un paradosso che -ho scoperto poi- riguarda anche altre zone della nostra città

Tra via Mameli a viale Premuda, indipendentemente dalla strada che si scelga, non se ne trova uno. Spesso sono costretto a tenermi il filtro della sigaretta in mano finché non trovo un posacenere di qualche ristorante o bar. Ma questo sarebbe il meno. Come è stato scritto parecchie volte sui giornali, a Milano ci sono molti cani e il loro numero è direttamente proporzionale alla quantità di escrementi che non viene raccolta. Ma, per il motivo citato in principio, non è più inusuale trovare deiezioni canine all’interno di un sacchetto lasciato sul marciapiede; molti padroni di cani, non trovando più cestini e stanchi di girare con uno sgradevole ricordino bene incartato, lo abbandonano per strada. Scambiando due chiacchiere in zona con commercianti, residenti o custodi, l’arcano è stato rivelato. L’ AMSA, ha ritirato la stragrande maggioranza dei cestini perché la gente, troppo impegnata per curarsi della raccolta differenziata, preferisce gettare tutto in un unico sacco per poi disfarsene al di fuori della propria abitazione. Diverse sono le testimonianze; distinti gentiluomini ed eleganti signore che con nonchalance, dopo il tramonto, depositano gli scarti di casa nei civici cestini e, dato che questi ultimi sono sempre meno e sempre più debordanti a causa loro, la spazzatura viene lasciata molto spesso accanto.
Di conseguenza, L’AMSA, troppo presa dal brevettare i “cestini intelligenti” che ci dicono quando sono pieni (come?) ed esasperata dal dover smistare quantità abnormi di rifiuti dalle strade, ha visto bene di far sparire quelli normali. Questo è ciò che ha riferito un loro dipendente, interrogato a tal riguardo da un custode che domandava.
Riassumendo, molte persone, abbandonando i propri rifiuti per strada, costringono l’AMSA a ritirare i cestini per disincentivare quest’abitudine e, la conseguenza più diretta, è il ritrovarsi i marciapiedi ancor più pieni di escrementi perché i pochi che ancora li raccolgono non sanno più dove gettarli. Quindi la scelta che si pone è: più cestini e più rifiuti per strada o meno cestini e più escrementi sul marciapiede. Chi è cagion del suo mal, pianga se stesso? Ne dubito fortemente. Perché gli unici che dovrebbero piangere sono coloro che, consci di vivere in mezzo ad altri e non su eremo, rispettano quotidianamente la propria città e i propri concittadini pagando e sopportando il menefreghismo altrui.
Concludo con due esempi, uno di gran senso civico e un altro di conclamata anarchia sociale. Una signora della zona, che da sempre raccoglie i bisogni del proprio cane, non sapendo più dove depositarli, ha preso l’abitudine di riportarli a casa e gettarli nei cassonetti condominiali. Un mio condomino, stanco invece di vedere il cestino di fronte a casa pieno di sacchetti, ma non stanco di lasciare la propria auto in sosta permanete sul passo carraio, ha visto bene di smontarlo per i fatti suoi e trasportarlo altrove. Ora, per merito suo, nel raggio di quattro isolati non c’è niente in cui gettare i rifiuti.

Riccardo Rossetti

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