ACCADDE IL 18 LUGLIO

18 luglio 1995 Francia: durante il Tour de France in un incidente muore il ciclista venticinquenne Fabio Casartelli

Fabio Casartelli (Como16 agosto 1970 – Tarbes18 luglio 1995) è stato un ciclista su strada italiano. Fu medaglia d'oro olimpica a Barcellona 1992. Morì in seguito a una caduta lungo la discesa del Colle di Portet-d'Aspet durante il Tour de France 1995.

Iniziò a praticare il ciclismo a 9 anni, su iniziativa del padre Sergio, corridore dilettante di buon livello.

A una lunga serie di vittorie nelle categorie giovanili, seguì un'altrettanta ricca carriera nei dilettanti che, nel 1992, gli valse la convocazione per la prova su strada dei Giochi della XXV Olimpiade di Barcellona: Casartelli si aggiudicò la medaglia d'oro, primo italiano a riuscire nell'impresa dal 1968.

Nel 1993 ottenne il primo contratto da professionista con la Ceramiche Ariostea di Giancarlo Ferretti, con la quale vinse una tappa alla Settimana Ciclistica Bergamasca e la classifica finale del G.P. Lotteria al Giro d'Italia. Nel 1994 passò alla ZG Mobili, mentre l'anno successivo firmò con la statunitense Motorola, dove aveva tra i compagni di squadra Lance Armstrong.

Il 18 luglio 1995 si stava correndo la quindicesima tappa del Tour de France, da Saint-Girons a Cauterets. Verso mezzogiorno, mentre il gruppo dei corridori scendeva il Colle di Portet-d'Aspet verso Ger-de-Boutx, a una velocità di circa 80 km/h, si verificò una caduta collettiva.

Anche Casartelli rimase coinvolto: perse il controllo della bicicletta, sbatté violentemente la testa contro un paracarro e restò a terra esanime. Subito soccorso dal dottor Gérard Porte, fu trasportato in elicottero all'ospedale di Tarbes, dove venne dichiarato morto alle ore 14:00, dopo tre arresti cardiaci e senza aver mai ripreso conoscenza. Lasciò la moglie Annalisa, ex ciclista, sposata nell'autunno del 1993, e il figlio Marco, nato il 13 maggio 1995, con i quali viveva ad Albese con Cassano, sulle colline tra Erba e Como.

Al momento della caduta, Casartelli non indossava il casco di protezione.

La sua morte provocò una forte commozione nel mondo del ciclismo professionistico ed iniziò una discussione sull'introduzione di norme che rendessero obbligatorio l'utilizzo del casco nelle gare di ciclismo, il che avvenne però solo nel 2003 dopo la morte di un altro ciclista, Andrej Kivilëv.

 

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