Andrea Purgatori ci ha lasciati

Giornalista, sceneggiatore, scrittore...

Si sono svolti a Roma, nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo, i funerali di Andrea Purgatori, noto giornalista de La Sette e, prima ancora, della Rai. Dal 1974 giornalista professionista e: due anni dopo e fino al 2000, inviato del Corriere Della Sera. Fu anche sceneggiatore per dodici film tra i quali il celebre "Il muro di gomma", incentrato sull'abbattimento di un aereo di linea nei cieli sopra Ustica ,"Il giudice ragazzino", biografia del giovane magistrato Rosario Livatino, e "Fortapàsc", biografia della vita del giornalista de "Il Mattino" Giancarlo Siani. Andrea era nato a Roma il primo febbraio 1953, e sempre a Roma è morto, all'ospedale Umberto Primo, il 19 luglio di quest'anno, all'età di 70 anni, per una grave forma tumorale. Immediatamente riconoscibile per il timbro di voce caldo e autorevole, quasi un timbro che avvalli un documento proposto, sapeva ben condurre i programmi a lui affidati vertenti su casi di cronaca che ancora scuotono la coscienza, forse nel tentativo di trovarvi uno spiraglio di bontà. La scomparsa e il probabile assassinio di Emanuela Orlandi, la ragazzina romana scomparsa nel 1983 all'età di 15 anni; il caso Moro; Ustica, appunto. 
Di giornalisti investigatori se ne ha un disperato bisogno, perché generalmente la gente vuole conoscere, sapere, ha bisogno di affidarsi e di fidarsi di giornalisti che sappiano narrare determinati fatti senza speculare sul sensazionalismo, prima che la memoria di chi ha vissuto quegli avvenimenti cali il sipario sul palcoscenico del teatrino della politica e della cronaca nera. 
Autore di un solo romanzo ma di svariati altri libri di saggistica e di una dozzina di sceneggiature cinematografiche oltre a 23 sceneggiature televisive, Andrea Purgatori ha saputo ricavarsi uno spazio di tutto rispetto che lo ha contraddistinto fra i suoi colleghi, dove a La Sette dal 2017 conduceva il programma "Atlantide". Non sappiamo se il desiderio di far luce sui casi trattati nascesse da un'autentica speranza di verità, di poter finalmente apporre la parola "Fine" al caso proposto. Ma questo ha poi grande importanza? L'importante è credere in quello che si fa e saper condurre in porto, traendola dalle secche nelle quali si è incagliata, l'imbarcazione esaminata per svelarne il contenuto ospitato. Andrea Purgatori se non altro ci ha tentato, riuscendo anche a far luce su vari fatti che uniti fra loro hanno consentito a coloro che li hanno seguiti di formarsi un'idea che può essersi avvicinata alla soluzione del caso. Nei vari depistaggi che ci hanno propinato una pista alternativa non può che essere bene accetta, e chi lo sa che questa finisca per avvicinarsi alla verità se non addisrittura a coincidere con essa.

Antonio Mecca

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