Jean Paul Belmondo ci ha lasciato a 88 anni

Difficile non notare da subito il suo volto, così caratteristico: dai lineamenti di uomo vissuto, di pugilatore, che ha fatto a cazzotti con l'esistenza, mantenendo però l'ironia delle situazioni vissute. Jean Paul Belmondo era nato a Neuilly-sur-Seine il nove aprile 1933, ed è morto a Parigi il sei settembre 2021. Era figlio di due artisti: mamma pittrice e papà scultore, Paul, nato nell'Algeria francese e figlio a sua volta di italiani: madre siciliana e padre piemontese. Due artisti che hanno generato un terzo artista nel campo cinematografico, protagonista o co-protagonista di una ottantina di film a partire dal 1957, spesso di genere poliziesco nonché girati senza controfigura. Era capace anche di interpretazioni più sottili nonché più intense, come ne "La ciociara" o "La viaccia", ma la gran parte dei suoi film mette in risalto la sua fisicità, la sua faccia brutta ma irresistibilmente attraente. Forse non è un caso che il bravo illustratore Giovanni Mulazzani che realizzò le copertine di molti romanzi della serie Sanantonio in Italia, spesso raffigurava il celebre commissario della polizia francese con le sembianze di Belmondo, forse dopo avere visto l'attore francese nei film che aveva interpretato nei primi anni Settanta, tipo "L'uomo di Rio" o "Come si distrugge la reputazione dell'agente segreto più grande del mondo". E sebbene questa scelta non mettesse d'accordo i puristi, che preferivano un volto dai lineamenti latini che ne mettesse in risalto la bellezza classica, non vi è dubbio che la faccia vissuta di Belmondo sarebbe forse stata più adatta per questo personaggio d'azione che da tutti gli anni Cinquanta a tutti gli anni Novanta è risultato essere campione di vendite della letteratura poliziesca. Di Belmondo si possono ricordare, tra la ottantina di film da lui interpretati, "La ciociara", "La viaccia", "Borsalino", "Staviskj". Fino al rifacimento di "Umberto D" nel 2008, sette anni dopo che: l'otto agosto 2001, venne colpito da ischemia cerebrale. Dieci anni più tardi, venne invitato a Cannes il 18 maggio 2001 per essere insignito della Palma d'oro alla carriera. Mentre, nel 2016, riceveva a Venezia il Leone d'oro. Ha avuto due mogli e quattro figli, Belmondo, e questo può far ricordare un paio di titoli di film interpretati da Louis de Funes, come " Io...due figlie, tre valigie", o "Io...due ville e quattro scocciatori". Due mogli e molti amori, tra i quali Ursula Andress e Laura Antonelli, tanto per dire! Gli anni che lo hanno visto stella del cinema sono stati quelli che dagli anni '50 agli anni '70 hanno privilegiato le Star, vale a dire attori di forte carisma in grado di imporre se stessi ai personaggi incarnati, rendendoli più autentici e vitali. Quando Jean Paul recitava a fianco del suo collega Alain Delon, quest'ultimo passava in secondo piano nonostante la sua indubbia bellezza, ma era però una bellezza fredda, non capace di coinvolgere e avvolgere molte donne, le quali spesso, com'è noto privilegiano nell'uomo una bruttezza virile che le fa sognare ed estasiare, perché tanto la bellezza è la loro che nella coppia si deve imporre (vedi Raffaella con Gianni e Sergio). Belmondo anche da vecchio, anche da acciaccato come era diventato, riusciva a sedurre, con le sue ruvide carezze, con le dita virili delle mani simili a doghe che siano in grado di contenere il divino nettare che spesso una donna è in grado di donare al proprio compagno.
Antonio Mecca

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