LA LETTERA SCARLATTA - Nathaniel Hawthorne
- 03 febbraio 2020 Cultura
La letteratura universale
a cura di Antonella Di Vincenzo
INCIPIT
Una folla d'uomini barbuti, dagli abiti scuri e dai grigi
cappelloni a punta, e di donne in cappuccio o a testa
nuda, stava raccolta davanti a un edificio di legno, la cui
porta di quercia massiccia era guarnita con bulloni di
ferro.
I fondatori d'una colonia, qualunque Utopia di virtù e
felicità umana possano aver divisato in origine, hanno
sempre riconosciuto tra le prime necessità pratiche
quella di destinare una parte del suolo vergine a
cimitero, ed un'altra a prigione. Secondo tal norma,
possiamo ritenere con fondamento che i progenitori di
Boston avessero costruito a tempo opportuno la prima
prigione nelle vicinanze di Cornhill, press'a poco
quando tracciarono il primo luogo di sepoltura sul
terreno di Isaac Johnson e intorno alla sua fossa, che in
seguito divenne il centro di tutti gli avelli raccolti nel
vecchio camposanto di King's Chapel.
FINIS
Così diceva Hester Prynne, e chinava i tristi occhi sulla
lettera scarlatta. E dopo molti, molti anni, venne scavata
una tomba accanto ad un'altra ormai vecchia e affondata
nel suolo di quel cimitero presso il quale fu costruita
successivamente la King's Chapel. Sorse dunque
accanto all'altra vecchia tomba, e tuttavia con un breve
margine in mezzo, quasi le ceneri dei due dormienti non
avessero il diritto di mescolarsi. Nondimeno, un'unica
lapide le copriva entrambe. Tutt'intorno, scorgevansi
sepolcri scolpiti d'armi gentilizie; e su quella semplice
lastra d'ardesia, come il curioso visitatore può osservare
ancor oggi, stillandosi il cervello in cerca del suo
significato, appariva inciso uno stemma. Recava
un'insegna, che tradotta nel frasario araldico, potrebbe
servire da motto e da compendio della nostra leggenda
testé conclusa; tanto è cupa, e ravvivata da un unico
punto perennemente infocato di luce più fosca
dell'ombra:
"un'A rossa in campo nero"