MOLL FLANDERS - Daniel Defoe

Ogni mattina alle ore 08:00 proponiamo ai nostri lettori la parte iniziale e finale di un capolavoro della letteratura universale. A cura di Antonella Di Vincenzo

INCIPIT
Il mio vero nome è fin troppo noto, nelle carte enelle cronache della prigione di Newgate e al tribunale dell'Old Bailey, e vi sono ancora pendenti faccende di gravità tale, riguardo alla mia specifica condotta, da far escludere che io possa firmare quest'opera o nominare la mia famiglia. Magari dopo la mia morte se ne saprà di più. Per il momento, però, non è il caso, nemmeno se viene un'amnistia generale, nemmeno se quell'amnistia riguarda chiunque e comprende tutti i delitti possibili. Siccome i peggiori dei miei amici, che ormai non hanno più modo di farmi danno (perchè sono usciti dal mondo via scaletta e corda, come tante volte stava per toccare a me), mi conoscevano col nome di Moll Flanders, che io mi presenti con questo nome a voi può bastare, e potete consentirmelo a patto che io abbia il coraggio di confessarmi tale e quale fui, e quale sono adesso.

FINIS
Bisogna dire che, quando quel vecchio sciagurato del mio fratello-marito morì, io feci allora a mio marito un racconto completo di tutta la faccenda e del fatto che quel cugino, come l'avevo prima chiamato, era in realtà mio figlio in virtù di quell'infelice matrimonio sbagliato. Lui non si scompose al racconto, e mi disse che non si sarebbe scomposto nemmeno se il vecchio, così lo chiamò, fosse stato ancora vivo. «Infatti,» disse, «non fu colpa vostra, nè tua nè sua; era uno sbaglio che non si poteva prevedere.» Rimproverò soltanto a lui di averlo voluto tenere nascosto, e continuare a stare con me come marito, quando io sapevo che era mio fratello; questo, disse, era stato poco bello. A questo modo tutte le difficoltà si appianarono e vivemmo insieme con tutto l'affetto e tutto l'agio immaginabile. Adesso siamo di-ventati vecchi; io sono tornata in Inghilterra, ho settan-t'anni, e mio marito sessantotto, ed è trascorso molto più del tempo fissato per la mia deportazione; e adesso, nonostante tutte le fatiche e tutte le miserie che abbiamo attraversato, siamo tutti e due tranquilli e in buona salute.
Mio marito è rimasto ancora qualche tempo laggiù dopo la mia partenza per sistemare i nostri affari, e dapprima io pensavo di tornare da lui, ma, su desiderio suo, ho cambiato decisione, e verrà anche lui in Inghilterra, dove intendiamo spendere il resto dei nostri anni in si-cera penitenza per le vite dissolute che conducemmo.



L'INGLESE CANTANDO

Milano in Giallo

di Albertina Fancetti, Franco Mercoli, Alighiero Nonnis, Mario Pace
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Com'è bella Milano

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