DIAGNOSI DI TUMORE DA UN TEST DEL SANGUE

A che punto è la ricerca

La rivista internazionale Annals of Oncology riporta in data 01 aprile, uno studio promettente sulla così detta biopsia liquida, ovvero la possibilità di diagnosi tumorale a partire da un'analisi del sangue. Lo studio è stato condotto da due centri di ricerca, uno americano e l'altro inglese.

Si tratta di uno studio che è ancora in fase sperimentale ma la percentuale di affidabilità sfiora già il 67%.

La ricerca è stata condotta su una platea di 6.700 persone delle quali 500 presentavano un ventaglio di oltre 50 neoplasie e 4.200 erano costituiti da volontari sani.

Il test si è rivelato affidabile nell'individuare le 12 patologie con la mortalità più alta (tra cui pancreas, intestino, stomaco, ano, esofago-faringe, testa-collo, fegato, ovaio, linfoma e altri tumori dei globuli bianchi come il mieloma multiplo) sin dai primi stadi della malattia, quando è più facile intervenire per bloccarne la progressione. Ricordiamo che spesso la diagnosi di questi tumori avviene a uno stadio molto avanzato (il IV, quando il tumore si è esteso ad altri organi oltre a quello principale colpito).  

Anche la percentuale di errore si è rivelata contenuta. Si parla dello 0,7%.

Fino a oggi la biopsia liquida era utilizzata per seguire l’evoluzione di tumori già diagnosticati, la risposta dell'organismo ai farmaci e il monitoraggio delle terapie. Almeno fino a questo studio.

Ci sarà ora tempo e modo per renderlo davvero efficace.

Da notare che la pratica clinica, in questo caso, si lega alla tecnologia. Il risultato del test, infatti, viene messo in relazione con un vasto archivio di tipologie tumorali mappato da un'azienda di Menlo Park, in California. È la stessa zona in cui, guarda caso, si trovano gli uffici di Google.


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