Carlo Tognoli: Cerimonia di commemorazione
- 07 marzo 2021 Dal Comune
Il discorso del sindaco Sala tenuto nella mattina di domenica 7 nella Sala Alessi di Palazzo Marino
Caro
Carlo,
Siamo qui intorno a te con il cuore pieno di tristezza
all’idea di non vederti più in questo palazzo che è stato il tuo
palazzo.Vedi, mi rendo conto sempre di più che il sindaco di Milano
è eletto in un certo momento, in una data precisa, ma poi è come se
dovesse farsi eleggere ogni giorno del suo mandato.
Non fanno
sconti le Milanesi e i Milanesi.
Non ritengono l’essere sindaco
un diritto o un privilegio, anzi.
Essere sindaco a Milano
significa semplicemente essere al servizio della città.
“Uno
che c’è sempre”, dicevano di te i Milanesi ed è
probabilmente uno dei più bei complimenti rivolti a un sindaco di
Milano.
Sì, Carlo, tu c’eri sempre per tutti. Per chi aveva
bisogno, per chi era senza lavoro, per chi aveva un problema, per chi
voleva creare qualcosa, per gli industriali, per i tranvieri, per gli
artisti e i teatranti.
C’eri sempre per tutti, con la tua
conoscenza della città e con quella capacità tutta tua di far
muovere la macchina del Comune agendo sui suoi interpreti e sui suoi
meccanismi più umili e dunque più preziosi.
Tu sei stato la
dimostrazione di quanto si riesce a fare se mossi da un vero ed
effettivo amore per Milano.
La tua presenza è sempre stata
caratterizzata da una doppia visione, che coniugava l’azione
quotidiana a favore dei Milanesi e dei loro problemi con una
prospettiva storica, politica e strategica della vicenda della
città.
Milano ha saputo rialzarsi sempre dalle sue crisi perché
ha trovato sulla sua strada persone come Carlo Tognoli.
Tu non
solo hai soccorso ogni giorno i problemi dei tuoi cittadini, non solo
hai dato coraggio alla città per uscire dagli anni di piombo: tu hai
anche diretto la città su alcune scelte fondamentali per il suo
futuro. Penso all’attenzione che hai sempre rivolto alla cultura,
allo spettacolo, ai teatri della città. E anche il sistema dei
trasporti e dei metrò ha avuto da te un impareggiabile impulso.
Se
posso, tra tutte le tue scelte politiche quella che mi colpisce di
più è quella ambientale: un’attenzione per il clima e l’habitat
della città laica, decisa, senza eccessi. La spinta sulla
metanizzazione, l’attenzione al verde, la scelta dell’inedita
chiusura del centro alle auto, sostenuta anche dal clamoroso
risultato del referendum del 1985, sono atti politici, amministrativi
che avevano in sé anche qualcosa di profetico. Questa spinta al
futuro è ben riassunta anche dall’immagine del più giovane
sindaco della storia di Milano in giro in bicicletta per la città.
Oggi forse stiamo arrivando a una vera cultura dei milanesi in
materia di mobilità dolce, tu l’avevi intuito e praticato molti
anni fa. Questa ripresa della città ha dato vita a una fase di
effervescenza che sembrava aver fatto perdere a Milano il senso del
suo limite, non certamente a te, ma a tanti che hanno visto in uno
sviluppo senza freni e senza attenzione all’equità sociale il
senso della Milano di quel momento storico. E non furono sufficienti
i richiami del cardinal Martini e di quanti intuirono che in questo
sbilanciamento Milano (e con lei il Paese) rischiava di perdere molta
della sua identità. Così sono arrivati i nuovi anni bui di Milano,
che hanno investito la politica. Mi piace ricordare con quanta
dignità hai difeso il tuo operato pretendendo e offrendo da subito
la massima chiarezza sui tuoi comportamenti. Il tempo e la giustizia
hanno poi chiarito quanto e come la tua condotta sia stata estranea a
tanti esempi negativi. Quanta sofferenza, sia pur in una carriera
politica che è continuata sugli scranni del parlamento e negli
incarichi governativi, ti è costata l’eclissi del socialismo e del
partito che l’ha rappresentato! E ancora oggi la nostra città fa
fatica ad affrontare con obiettività l’eredità socialista nella
sua storia. Quello che però è certo è che questa esperienza ha
prodotto uomini come te, veri maestri politici della storia di
Milano. Tutto questo non può essere annegato nella pura
contrapposizione a favore o contro i destini dei singoli. Bisogna
invece avere il coraggio di ripensare al socialismo, forse di
ripensare il socialismo. Non per dividersi negli steccati del noto,
ma per capire quanto questa esperienza possa costruire nuove
alternative democratiche, nuove visioni, nuove opportunità di un
futuro che sappia unire in sé equità, sviluppo e rispetto
dell’ambiente.
Io credo che questo possa essere il modo migliore
per rendere omaggio a persone come te e al tuo grande contributo al
futuro di Milano.
Grazie, Carlo, per quello che hai fatto per la
città.
Grazie per la lezione di dignità e di coraggio che la tua
vita continuerà a dare a tutti noi.
Grazie perché il tuo ricordo
non smetterà mai di insegnarci ad “Amare Milano”. Ciao